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Dati immutabili : cosa sono? I vantaggi dei dati inalterabili

Caratteristiche dei dati immutabili, ambiti di applicazione e importanza dei dati inalterabili per la sicurezza, la compliance e la continuità operativa

Per introdurre il concetto di dato immutabile è possibile formulare un esempio basato sul fascicolo sanitario elettronico di un paziente in cura presso il servizio sanitario nazionale. Questo documento contiene generalmente tutti i dati relativi ai referti medici, alle prescrizioni dei farmaci e all’eventuale cartella clinica ospedaliera, così come informazioni riguardanti i certificati vaccinali e le prestazioni erogate.

Le condizioni di salute di un individuo possono inoltre evolvere nel tempo. Diagnosi, terapie, trattamenti e guarigioni rappresentano quindi la sua storia clinica e ogni dato aggiuntivo è rilevante ma non sostituisce quelli registrati in precedenza. Abbiamo così una prima definizione di dato immutabile, cioè  un’informazione che non può (o non dovrebbe) essere alterata, sovrascritta o rimossa

Quello sanitario non è naturalmente l’unico contesto di applicazione dei dati immutabili. Questi ultimi sono impiegati anche nelle analisi di mercato, nel marketing, nella Fintech, in meteorologia e in qualsiasi ambito in cui sia possibile attualizzare il valore di dati storici.

Dati immutabili e database

Secondo un’impostazione tradizionale, in genere i database basati sul modello relazionale vengo progettati per ospitare dati mutabili. Se un nostro contatto cambia numero di telefono, non è necessario conservare l’informazione relativa a quello precedente e la si sovrascrivere con la registrazione del nuovo recapito.

Esistono dati che per loro natura non dovrebbero essere mutabili, come per esempio le date di nascita, ma possono essere gestiti anche con questo tipo di database perché, in assenza di alterazioni volontarie o accidentali, il rischio che vengano modificati è almeno teoricamente nullo, salvo la necessità di correzioni a seguito di inserimenti errati. Le basi di dati pensate per memorizzare dati immutabili sono però strutturate per consentire il confronto tra di essi e ciò implica che le informazioni archiviate lo siano in modo permanente nella loro forma originale. Senza eccezioni.

È appunto il caso dei dati sanitari ma anche un’azienda che deve rispettare determinati standard, si pensi a quelli previsti dalle normative sul trattamento dei dati personali, può avere necessità di dati immutabili con cui dimostrare la conformità nel tempo del proprio operato con i requisiti richiesti. Stesso discorso per quanto riguarda i log generati da un’applicazione, utili per le procedure di debugging, o per tutti i dati legati al controllo di gestione che possono essere utilizzati per l’auditing aziendale.

Dati immutabili e performance

I dati immutabili presentano dei vantaggi anche per quanto riguarda le performance in fase di allocazione e sono quindi una soluzione ottimale per la riduzione delle latenze.

Nel caso dei dati database progettati per dati mutabili le informazioni da sostituire devono essere identificate e rimosse per poi procedere con la registrazione dei nuovi dati e la verifica della loro integrità. Ciò richiede un dispendio di tempo che può diventare significativo nel caso in cui si debba gestire una quantità molto elevata di transazioni.

Un sistema destinato a raccogliere grandi volumi di dati e un flusso costante di informazioni, come per esempio quelle provenienti da sensori attraverso network di device IoT, può quindi operare in modo più efficace allocando dati immutabili in sequenza e associando ciascuno di essi ad una marca temporale che ne certifichi il momento della registrazione.

Dati immutabili e struttura dei database

Un classico database relazionale è strutturato in una o più tabelle popolate da record in cui sono archiviati i dati. Nei database progettati per i dati immutabili il concetto di record viene invece sostituito da quello di log, cioè il risultato della registrazione sequenziale e cronologica dei task eseguiti da un sistema.

Chiaramente un approccio del genere presenta anche degli svantaggi, per esempio il fatto che ogni nuovo log è in pratica un registro addizionale che necessita di spazio disco aggiuntivo. I dati preesistenti non possono essere aggiornati o eliminati, quindi ad ogni transazione corrisponde una quota di storage occupato.

Vi è poi da considerare il fatto che un database pensato per contenere dati immutabili può essere più complesso da gestire rispetto ad un comune struttura relazionale. Le più recenti normative sulla tutela della privacy impongono ad esempio che un dato personale debba essere cancellato dal titolare del trattamento su richiesta dell’interessato. A rigor di logica ciò non è possibile nel caso dei dati immutabili e anche per questo motivo si adottano sistemi di crittografia con cui cifrare le informazioni. Una volta rimossa o sovrascritta la chiave necessaria per decifrare un dato questo diventa indisponibile e inaccessibile.

Dati immutabili e infrastrutture Cloud

L’esempio citato in precedenza ci dimostra come anche alla maggiore complessità portata dai dati immutabili vi sia una soluzione. Ma torniamo al discorso riguardante il rapporto tra dati immutabili e spazio di allocazione: appare chiaro come le infrastrutture in grado di garantire un livello elevato di scalabilità delle risorse rappresentino un ambiente ideale per ospitare database organizzati in registri. Anche in questo caso abbiamo quindi una soluzione ai problemi di storage: le infrastrutture Cloud.

A differenza di quanto accade con un’infrastruttura on-premise che deve essere implementata, mantenuta e aggiornata localmente con tutte le rigidità che tale approccio potrebbe comportare, il Cloud offre una scalabilità virtualmente illimitata, consentendo di archiviare grandi quantità di informazioni senza preoccuparsi delle limitazioni legate allo spazio fisico disponibile.

Un provider Cloud, inoltre, fornisce in genere maggiori garanzie dal punto di vista della conservazione e della protezione dei dati e questi rimangono costantemente accessibili indipendentemente dal momento e dal luogo in cui viene effettuata una richiesta. Ciò si accompagna anche ad una riduzione degli investimenti in hardware e manutenzione, trasformando i costi fissi in costi variabili, più prevedibili e più gestibili.

I backup immutabili

I backup immutabili sono una garanzia di immutabilità del dato in quanto, una volta generati, non posso essere modificati. Non possono essere inoltre rimossi se non per decisione dell’utente o dell’organizzazione che li ha creati.

Questa caratteristica li rende delle soluzioni ideali per la protezione dei dati contro tentativi di violazione e per garantire l’integrità delle informazioni nel tempo.

Si pensi per esempio ad un attacco basato su un ransomware. Quest’ultimo potrebbe infatti crittografare tutti i dati presenti in un network rendendoli inaccessibili fino al pagamento del riscatto richiesto, ammesso che ciò sia sufficiente per entrare in possesso della necessaria chiave di decriptazione. L’immutable storage applicato ai backup permette invece di evitare che i dati possano essere alterati, garantendone la disponibilità anche in caso di attacchi su larga scala da parte di utenti malintenzionati. Un’intera rete potrebbe essere compromessa da un ransomware ma non i dati backup immutabili.

Nel caso in cui si dovessero verificare eventi avversi, come guasti a carico dell’hardware o cancellazioni intenzionali o involontarie, i backup immutabili rappresenterebbero una fonte affidabile per il recupero dei dati. Sono inoltre un riferimento per le attività di audit e la tracciabilità, in quanto forniscono una cronologia affidabile di eventi e processi, restituendone anche il contesto storico.

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Come ottimizzare l’hosting di applicazioni SaaS

Come ottimizzare l’hosting di applicazioni SaaS

Vantaggi economici e operativi con provider hosting SaaS

Ogni giorno, software house e system integrator si chiedono come possono trarre vantaggio dall’adozione di servizi di cloud hosting per lo sviluppo e la distribuzione dei loro software SaaS.

Chi fornisce applicazioni SaaS, infatti, si rende conto rapidamente che possedere e far funzionare l’infrastruttura su cui sono ospitate può essere costoso e complesso, soprattutto quando la domanda dei clienti è incerta.

Principali problematiche delle infrastrutture SaaS

In Criticalcase, anni di lavoro a contatto con numerose aziende fornitrici di soluzioni SaaS ci hanno portato ad identificare – e risolvere – alcune problematiche principali:

  • dimensionamento: non sempre ci sono le competenze per dimensionare correttamente l’ambiente dove ospitare il software, e questo può generare ulteriori criticità legate alle performance e ai costi, sia in caso di sovradimensionamento che di sottodimensionamento;
  • costi: le spese di capitale associate all’acquisto di hardware e software – e alla configurazione e gestione di data center locali, che richiedono rack di server, elettricità 24 ore su 24 per alimentazione e raffreddamento, esperti IT per la gestione dell’infrastruttura – sono piuttosto ingenti;
  • performance: per ottenere alte prestazioni, sono necessarie continue risorse per aggiornare regolarmente l’hardware all’ultima generazione;
  • velocità: a seconda di eventuali picchi, per non rallentare il sistema possono essere necessarie grandi quantità di risorse di calcolo in pochi minuti, non così semplici da garantire;
  • produttività: un data center locale richiede in genere un impegno notevole nell’organizzazione e nell’assemblaggio dei rack, che include la configurazione dell’hardware, l’applicazione di patch software e altre attività di gestione IT dispendiose in termini di tempo;
  • affidabilità: bisogna essere sempre in grado di garantire il backup dei dati, il ripristino di emergenza e la continuità aziendale ai clienti;
  • sicurezza: gestire autonomamente l’infrastruttura del proprio SaaS significa garantire criteri, tecnologie e controlli che rafforzano il comportamento di sicurezza complessivo, grazie alla protezione di dati, app e infrastruttura dalle minacce potenziali.

Perché delegare l’hosting dei propri cloud SaaS?

Vantaggi economici e operativi con provider hosting SaaS

Per le società che sviluppano e commercializzano applicazioni SaaS, delegare l’hosting su cloud a un fornitore terzo come Criticalcase significa innanzitutto generare efficienza attraverso la divisione dei compiti fra chi sviluppa le applicazioni SaaS da un lato e il provider di servizi di hosting su cloud dall’altro.

La software house si occupa solo dello sviluppo del software, mentre Criticalcase le offre l’infrastruttura su cui mantenerlo, generando nel frattempo altri vantaggi irrinunciabili:

  • servizi TRIAL / POC gratuiti e uno sconto in caso di periodi di accavallamento dei servizi: ad esempio, al cliente che vuole passare all’hosting Criticalcase ma ha ancora 2 mesi di contratto col vecchio provider, Criticalcase offre 2 mesi di servizio gratuito per effettuare la migrazione, senza dover corrispondere un doppio canone;
  • garantisce allo sviluppatore SaaS la marginalità nella rivendita del software, in quanto Criticalcase non pubblica prezzi sul proprio sito;
  • mette a disposizione un ambiente di sviluppo gratuito;
  • gestisce la manutenzione quotidiana, consentendo allo sviluppatore SaaS di concentrarsi sugli obiettivi del suo core business: in particolare, i team informatici non devono più preoccuparsi delle installazioni di software, licenze, aggiornamenti e della manutenzione;
  • garantisce una rapida messa in funzione e l’immediata fornitura dei servizi ai clienti, per lanciare più prontamente nuovi servizi sul mercato;
  • consente di implementare le applicazioni dei creatori di SaaS in vari data center, migliorando l’agilità per gli utenti a discapito della latenza;
  • fornisce soluzioni di backup, monitoraggio e performance per garantire la totale continuità del business del cliente.

Il valore aggiunto generato dal servizio e dal supporto di Criticalcase si traduce per il cliente in:

 

  1. un pacchetto Hosting su misura, in cui storage e reservation vengono definiti insieme in base alle esigenze;
  2. 4 touchpoint (presales, commerciale, supporto, CTO) per gestire ogni necessità ad ogni livello, e un’assistenza telefonica H24;
  3. fatturazione in revenue sharing;
  4. consulenza, progettazione e affiancamento anche in prevendita, attraverso iniziative di co-marketing per il supporto alla vendita della soluzione SaaS;
  5. segnalazione al partner di potenziali clienti.

Quindi, se dal punto di vista economico si trasforma il software da Capex in Opex, dal punto di vista della governance si esternalizzano tutte le problematiche di gestione: capacity planning, installazione, manutenzione, update, sicurezza, gestione delle licenze (con i vari aggiornamenti associati), allineamento dell’hardware, personale dedicato.

Che tu sia un’azienda in cerca di un ambiente cloud in cui distribuire le sue soluzioni locali esistenti, o un fornitore di applicazioni in cerca di una piattaforma cloud su cui distribuire una nuova applicazione o un’offerta SaaS, l’esperienza di Criticalcase ti può aiutare nella transizione al cloud rispondendo a domande come:

  • Posso usare il linguaggio di programmazione e la piattaforma applicativa di mia scelta?
  • Posso usare il sistema operativo e l’ambiente in cui sono già distribuite le mie applicazioni?
  • Con quale rapidità posso rispondere ai picchi e alle pause di domanda dei miei clienti o ai carichi di lavoro dell’applicazione?

Riassumendo: maggiore produttività, più velocità, maggior risparmio e rischio ridotto.

 

Non rinunciare ai vantaggi dell’hosting Criticalcase per il tuo software SaaS, contattaci subito per saperne di più!

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COME GESTIRE PIÙ SITI MEDIANTE UNA PIATTAFORMA UNICA

COME GESTIRE PIÙ SITI MEDIANTE UNA PIATTAFORMA UNICA

Garantire il massimo delle prestazioni è un’ovvia ambizione per qualsiasi azienda che eroghi servizi mediante internet: un punto cruciale per poter raggiungere questo obiettivo, alla prova dei fatti, passa per la scelta di un servizio IT di qualità.

Un aspetto che, al giorno d’oggi, nella smania di ricorrere al low cost ed alle offerte che spopolano sul web, viene purtroppo trascurato o valutato meno del dovuto.

Poiché riteniamo tale aspetto decisamente sottostimato se non, addirittura, del tutto ignorato, andremo a valutare assieme i tre punti chiave sui quali è importante concentrarsi prima dell’acquisto della piattaforma.

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Nell’era del PaaS e dell’IaaS possiamo focalizzare la nostra attenzione sul funzionamento generale dei siti e delle app, senza preoccuparci dei dettagli implementativi, ed affidando agli sviluppatori veri e propri framework di alto livello, quasi sempre ben documentati ed interamente open source. Tutto questo è possibile grazie alle nuove tecnologie in questione, le quali si basano su una gestione che è, prima di qualsiasi altra cosa, modulare e unificata.

1 – Modularità sia per singoli che per gruppi di lavoro

I gruppi di lavoro in ambito web ed informatico potranno trarre da questo approccio, senza dubbio, dei vantaggi enormi. Una web agency, ad esempio – così come un gruppo di professionisti, o anche un freelance con un certo numero di clienti – potrebbe avere la necessità concreta di gestire vari siti e app mediante una piattaforma unica.

Ma è possibile accedere, gestire ed aggiornare tutti i siti dei nostri clienti partendo da un unico punto di accesso? Per evitare di ricorrere a tanti servizi di hosting diversi può rivelarsi ideale scegliere una soluzione di hosting unificata. Questa possibilità come vedremo è concreta, e passa per un cambio deciso di mindset rispetto al modello tradizionale: quello semplicistico basato su un hosting condiviso.

Risolvere un dilemma del genere significa passare, come prima cosa per un servizio scalabile: la scalabilità in questo ambito è fondamentale per garantire una buona autonomia e capacità di gestione all’operatore (o al tecnico) che dovrà occuparsene. L’architettura che permette di garantire la possibilità di utilizzare il servizio a più livelli, di fatto, è quasi sempre basata su un software di tipo container, ovvero una sovra-struttura astratta che soprassiede tutto il resto. Al di sotto di essa esisteranno poi vari sotto-livelli, come avviene per la nostra soluzione di hosting pensata per le web agency, che permette di gestire vari siti web mediante appositi pannelli.

Ovviamente la scalabilità fa in questo caso riferimento alla possibilità di adattare la stessa struttura non solo per siti web, ma anche per altri tipi di app: ad esempio per quelle fatte con Redis (uno storage molto veloce e pratico da usare, che si basa sul modello Remote Dictionary Server), per alcune fondate sui Big Data e, in ogni caso, con quote variabili a disposizione in termini di CPU, RAM e spazio su disco.

2 – Sviluppare in modo agile e dinamico

Abbiamo discusso l’aspetto legato alla flessibilità del nostro ambiente di gestione, ma non bisogna dimenticare il resto: le soluzioni di questo tipo, infatti, sono spesso pensate per definire ambienti di sviluppo per i programmatori. Questo permette una cosa molto importante: abilitare il reparto IT a sviluppare e testare soluzioni software specifiche (siano esse siti o web service) in un ambiente separato ed inaccessibile dall’esterno, per poi riportare le modifiche sulla versione online (detta anche in produzione) una volta che siano ultimate e collaudate.

In questo modo, pertanto, sarà possibile snellire la procedura di sviluppo e manutenzione di qualsiasi genere di software, e ottimizzare le tempistiche che, diversamente, prevederebbero tempi di consegna molto più lunghi e dilatati.

 

3 – L’importanza dei servizi managed

Un terzo aspetto che è prioritario da considerare, inoltre, è legato al servizio di assistenza: se ricorriamo a soluzioni scalabili non vorremmo mai essere lasciati soli. In caso di problemi nella configurazione dei nostri siti o app, infatti, un sistemista che conosca molto bene l’intera infrastruttura a cui ci stiamo appoggiando (e sappia metterci mano per backup, ripristino e via dicendo) è fondamentale, per non dire vitale.

Il site management, in questo ambito, sarà enormemente facilitato da un servizio di assistenza specializzato, cosa che in genere, i servizi a basso costo non hanno le competenze (e spesso nemmeno l’interesse) di proporvi.

Abbiamo, in conclusione cercato di chiarire i tre aspetti principali legati ai servizi cloud per la gestione e la manutenzione di qualsiasi genere di applicativo: senza essi, di fatto, sorgerebbero vari problemi, subdoli e difficili da eliminare.

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BACKUP AZIENDALI: IMPORTANTI QUANTO SOTTOVALUTATI

BACKUP AZIENDALI: IMPORTANTI QUANTO SOTTOVALUTATI

Svariati rapporti tecnici sulla cyber security evidenziano che le minacce più diffuse sono relative ancora oggi ai virus ed ai malware, con particolare riguardo ai ransomware: questa forma di attacco informatico è particolarmente insidiosa quanto, in molti casi, sottovalutata.

Ransomware: i virus più diffusi e rischiosi per le aziende

Tra i vari virus, i ransomware sono particolarmente pericolosi, perchè sono in grado di criptare e rendere inutilizzabili i file del nostro computer e di quelli di altri eventuali dispositivi in rete, minacciando di cancellare tutto per sempre, e ponendo il dilemma se pagare o meno il riscatto.

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Non penseremmo mai troppo, a priori, ad una minaccia del genere (con l’annessa possibilità di perdere tutti i nostri dati, ad esempio quelli relativi alla fatturazione aziendale) se non quando è purtroppo già successo, magari per colpa di un semplice click su un link malevolo contenuto in una mail ingannevole ricevuta. Nel caso dei ransomware, infatti, una volta che il danno è fatto, non è solitamente reversibile – a meno che non si abbiano delle copie di backup dei dati fatte in precedenza.

Soluzioni di backup: salvare integralmente lo stato del sistema

Per venire incontro a questo genere di problematiche una politica di backup aziendali è fondamentale: ed è anche chiaro che dare questa responsabilità ai propri dipendenti o collaboratori è spesso impraticabile per una serie di ragioni. Prima di tutto per una questione di tempo, che deve essere dedicato alla produttività e non a questioni tecniche; poi anche per un problema di perizia, dato che non sempre è agevole o possibile salvare i propri dati mentre ci si sta lavorando.

Lo scopo principale di un backup è quello di creare una copia, aggiornata all’ultima versione disponibile, di un dato o di un insieme di dati: un insieme di documenti condivisi, le nostre fatture elettroniche, un sito web o un blog, il codice che fa funzionare un’app da noi realizzata, le email inviate e ricevute dai dipendenti e così via. Nella maggior parte dei casi questi dati sono già protetti da protocolli di rete come HTTPS e da vari livelli di autenticazione, come ad esempio password e codici OTP sul telefono. In molti casi, però, questo non basta: sia perchè la rete aziendale magari non è abbastanza protetta, sia perché ogni giorno vengono scoperte nuove falle informatiche.

A che cosa servono i backup

L’utilità di disporre di un backup esce fuori soltanto quando le cose si mettono male, tipicamente: il senso del disporre di un backup automatizzato e fatto periodicamente è esattamente questo. La procedura del cosiddetto recovery dei dati, nello specifico, permette di ripristinare all’istante lo stato del sistema (i file, il database, il sito, ecc.) al momento esatto in cui esisteva una copia di backup integra, quindi rimuovendo i vecchi dati e sostituendoli con i nuovi.

Una cosa che mediante backup manuali, ovviamente, non sarebbe possibile se non ricorrendo a supporti esterni via USB o rete che pero’, in queste condizioni, rischiano di non essere utili perché potrebbero essere a loro volta corrotti.

I backup dei nostri dati, pertanto, sottintendono varie motivazioni pratiche alla base delle quali è necessario, nel proprio ciclo di attività, allocare un certo numero di risorse e di tempo: avere una soluzione di backup automatizzata, di fatto, ci permette di stare più tranquilli nel caso in cui sia avvenuto un problema sui nostri dati, che sia un errore software o hardware oppure un software malevolo come un ransomware.

Il servizio di backup, inoltre, è spesso basato sulla tecnologia cloud: questo perchè in genere non è molto sicuro tenere i backup fisicamente salvati nella stessa “zona” in cui esistono i file ed il database originale, sfruttando ad esempio servizi esterni che permettano di salvarli periodicamente e sulla base di una pianificazione prestabilita (ad esempio: 2 volte al giorno nei giorni lavorativi).

Molti backup, inoltre, possono essere anche multipli, in modo da avere più possibilità di scelta in caso di problemi, possono anche essere salvati su CD o nastro (il quale è un supporto più durevole rispetto ai classici dischi), anche se – ad oggi – si tende a sfruttare il cloud proprio per via della sua versatilità e velocità in caso di disaster recovery. Il cloud, inoltre, risolve anche eventuali problemi di spazio in cui si potrebbe incorrere con i dispositivi tradizionali, avendo a disposizione un vero e proprio hard disk esterno sul quale sarà sempre disponibile una copia integra e funzionante dei nostri dati aziendali.

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COME OTTIMIZZARE IL FUNNEL DEL TUO SITO E-COMMERCE

COME OTTIMIZZARE IL FUNNEL DEL TUO SITO E-COMMERCE

Se gestisci il sito e-commerce della tua attività, magari su piattaforma cloud, avrai sicuramente osservato, dopo un po’ di tempo, che l’attività di conversione (cioè di vendita effettiva dei prodotti) potrebbe rivelarsi complicata.

Se la realizzazione dell’architettura dello stesso, da un lato, è fondamentale per realizzare un sito web conforme agli standard di qualità di Google (e naturalmente dei futuri acquirenti), di per sé non basta: riuscire ad analizzare il percorso che effettuano gli utenti prima dell’acquisto è un processo vitale, che molti – colpevolmente – tendono a sottovalutare. Avere tanti visitatori sul tuo negozio online, in sostanza, può rivelarsi del tutto inutile, a conti fatti, se non hai saputo quantificare e qualificare il cosiddetto funnel di conversione.

Ottimizzare un funnel, nella pratica, consente di tracciare, gestire criticamente e monitorare il comportamento medio degli utenti, individuando punti critici ed eventuali blocchi nel percorso di acquisto. Uno dei modi per farlo nella pratica, ad esempio, può essere quello di trarre informazioni dagli analytics del nostro e-commerce, che possono essere impostati adeguatamente per estrarre i dati più utili.

Non esistono ovviamente ricette predefinite utili al caso: ogni e-commerce fa storia a sé, con rispettivi problemi e punti di forza. L’analisi del comportamento degli utenti, di fatto, è uno degli aspetti più importanti in quest’ottica.

In un ragionamento più approfondito, per migliorare il funnel di conversione si tende a concentrarsi sul “cammino” che effettuano i visitatori: da quando arrivano sul nostro e-commerce la prima volta a quando, finalmente, concludono l’acquisto di un prodotto o servizio che vendiamo. Un percorso che, per inciso, può presentare vari fattori complicanti: tanto per cominciare, ad esempio, non è detto che il visitatore diventi un cliente alla prima visita.

Potrebbe volersi fare un’idea, prima, confrontare i prezzi di altri competitor, tornare sul nostro sito più volte in seguito e via dicendo. Anche quando la decisione è stata presa, del resto, l’acquisto potrebbe presentare imprevisti fattori bloccanti: ad esempio se il nostro e-commerce non è ottimizzato per i cellulari può essere difficile o impossibile, per lui riuscire a comprare. Eliminare questi ultimi è, ovviamente, un’operazione delicata quanto vitale per il successo.

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Il percorso compiuto dal consumatore nel corso del processo di acquisto parte dal momento della consapevolezza dell’esistenza di un certo prodotto, fino alla sospirata decisione dell’acquisto – e giustifica la parola funnel, inteso come imbuto: della grande massa di visitatori che arriva sul sito, infatti, solo una parte degli stessi diventerà un acquirente effettivo, proprio perché verrà “filtrata” da vari stadi intermedi.

A livello più approfondito, questi passaggi sono in genere di tre tipi: anzitutto abbiamo il TOFU (Top Of FUnnel), che interessa la maggioranza dei visitatori del nostro sito, e che dovremmo coprire mediante contenuti del sito dedicati ai newbie del prodotto (ad esempio FAQ, oppure articoli di presentazione dei prodotti che vendiamo).

 

Il secondo livello è detto MOFU (Middle Of FUnnel), ed interessa ciò che pubblichiamo nel sito e si indirizza al passaggio da cliente a potenziale cliente (ad esempio l’iscrizione ad una newsletter tematica).

Infine abbiamo il livello BOFU (Bottom Of FUnnel), che interessa il momento cruciale in cui il prospect decide di comprare il prodotto del nostro e-commerce e diventare cliente effettivo, eventualmente fidelizzato.

Per la verità, poi, l’ottimizzazione del funnel è un modello che, per molti e-commerce, non viene universalmente accettato: il percorso di conversione è, infatti, a volte più complicato di quanto non vorrebbe questa visione “ad imbuto”, che resta comunque in grado di fornire una linea guida solida per ottimizzare. All’atto pratico, tuttavia, esistono vari fattori di disturbo che potrebbero distorcere la percezione dell’utente, sia in positivo (ad esempio se è arrivato al sito mediante passaparola di un amico, potrebbe comprare più velocemente) che in negativo (potrebbe non comprare perché, ad esempio, il sito non supporta la carta di credito che usa per gli acquisti su internet, per cui è costretto a rinunciare).

Ottimizzare il funnel del sito, in breve, comporta una revisione critica del nostro ecommerce, dalla struttura fino alle funzionalità dello stesso, ed è l’unico modo per provare a migliorare il tasso di acquisto del nostro ecommerce.

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5 USI PRATICI DEL CLOUD COMPUTING NELLA VITA DI OGNI GIORNO

5 USI PRATICI DEL CLOUD COMPUTING NELLA VITA DI OGNI GIORNO

La “nuvola informatica” nota come cloud computing fa parte dell’architettura informatica di innumerevoli applicazioni, sia su smartphone che su PC. Spesso la sua formulazione è vaga o nebulosa (neanche a dirlo, visto che si tratta di “nuvole”, traduzione italiana di cloud). In quest’ottica, a conti fatti, può essere difficile per i non esperti riuscire a comprenderne del tutto le potenzialità.

In realtà la tecnologia in questione è (al netto dei dettagli tecnici) realmente alla portata di tutti, e sarà sempre più semplice da utilizzare nei prossimi anni.

Anzitutto è bene tenere presente che il cloud computing rientra, per buona parte, nell’erogazione dei Software as a Service (SaaS), un modello di distribuzione delle applicazioni che si paga in base all’utilizzo che effettivamente se ne fa.

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In alcuni casi esistono SaaS parzialmente gratuiti, ma la loro disponibilità è limitata all’uso di determinate quote – un po’ come avviene per i servizi di file hosting che, tipicamente, sono entrati entro un limitato numero di gigabyte di spazio e fanno ormai parte dell’uso quotidiano. La definizione precisa e rigorosa dei servizi di questo tipo è molto varia, e si rischia di perdersi in miriadi di definizioni e casi d’uso che possono, alla lunga, creare più confusione che altro.

Molto meglio, a questo punto, andare a elencare alcuni usi pratici del cloud computing nella vita tecnologica di ognuno di noi. Vediamone cinque diversi, e ci renderemo conto di quanto, ad oggi, si faccia uso del cloud computing quasi senza rendersene conto.

1 – Utilizzo di piattaforme di streaming video

I servizi di streaming on demand per vedere partite, eventi in diretta e film si basa interamente sulle più straordinarie evoluzioni del cloud. Sono macchine e servizi di per sé costosi, ovviamente, ma il prezzo esprime la solidità del servizio e la possibilità di frammentarlo in piccole quote che chiunque può permettersi. Sono in questi casi presenti più server che cooperano per mantenere lo streaming fluido, tecnologie di recupero di eventuali errori di trasmissione, buffering per non rallentare il flusso video (e mantenerlo sincronizzato in tempo reale) e così via.

2 – Servizi di file hosting

Come accennato tutti i servizi di cloud storage, atti a memorizzare e disporre di copie di backup dei propri dati, si basano sul paradigma cloud. Questo vale per la possibilità di caricare e scaricare file, per l’utilizzo di file system controllabili a distanza e per l’ulteriore possibilità di sincronizzare in tempo reale file locali e file in remoto. La possibilità di sincronizzare i dati, del resto, è una delle caratteristiche più apprezzate da parte di chi si trova spesso in viaggio, ad esempio, e desideri mantenere sempre aggiornate le informazioni che gli servono.

3 – App per memorizzare dati personali in modo sicuro

Molti portachiavi per memorizzare le password del proprio sistema, o quelle dei siti a cui accediamo più spesso, sincronizzano tali dati grazie ad un server cloud.
Ovviamente ciò avviene con modalità diverse a seconda del grado di sicurezza imposto dal sistema, ma il più delle volte ciò è associato ad una crittografia forte (cosiddetta end-to-end): in questo modo nessuno, se non il proprietario, potrà vedere in chiaro le password salvate.

4 – Backup di sistema, di siti e di software di ogni genere

La gran parte dei sistemi per il backup (ovvero le copie di sicurezza dei nostri dati, da ripristinare e recuperare all’occorrenza) si basano, ad oggi, sul cloud computing: questo perché è molto facile, sfruttando i vari strati di software messi a disposizione dalla piattaforma, riuscire a effettuare copie di sicurezza pianificate, sicure e ridondanti. In questo modo il cloud elimina (o quasi) la necessità di dover effettuare manualmente (e periodicamente, come si dovrebbe fare) questa operazione. Il tutto implica per l’utente finale un risparmio di tempo – nell’arco di un anno di lavoro, ad esempio – considerevole.

5 – Creazione di chatbot

Come previsto nel nostro precedente articolo sulle evoluzioni cloud dell’anno – è possibile, mediante avanzatissimi algoritmi, dotare il cloud della capacità di creare chatbot interattivi. Mediante essi i funnel di vendita delle aziende ed i servizi di assistenza online potranno essere sempre più efficienti, facili da gestire ed automatizzati. Un chatbot ha la capacità, mediante comunicazione diretta con un operatore virtuale, di intuire cosa ci stia chiedendo un potenziale cliente e, in molti casi, di indirizzarlo verso la risposta che cerca: una FAQ, una proposta commerciale specifica oppure il classico contatto con il reparto commerciale dell’azienda.

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COME FARE IL BACKUP DI UN SITO WORDPRESS

COME FARE IL BACKUP DI UN SITO WORDPRESS

La maggior parte dei siti moderni tende ad utilizzare WordPress, un CMS e blog open source ormai consolidato a livello di fama e di facilità d’uso; questo si è riflesso soprattutto a livello dei principali competitor in ambito open source, surclassando alternative come Joomla! (in precedenza molto più diffuse) e finendo per confinare le stesse, se vogliamo, in nicchie di mercato abbastanza specifiche.

Con WordPress, del resto, chiunque riuscirà a mettere in piedi, senza eccessive competenze tecniche, il proprio sito aziendale o personale: ma rimarrà comunque il problema, che molti sottovalutano, di pianificare dei backup.

Ai backup, in effetti, in genere non si pensa: quando servono, tuttavia, potrebbe essere già troppo tardi per farne uno.

come fare backup con wordpress

L’esigenza di fare dall’inizio, per qualsiasi sito, delle copie di sicurezza, infatti, si scontra spesso con il poco tempo a disposizione, o magari con priorità di altro genere (sia a livello di impegni personale e aziendale) e, nel caso peggiore, con la sostanziale imperizia da parte dell’operatore che lavora sul sito. Il problema si può risolvere in maniera brillante e senza per forza essere dei tecnici, ed è quello che provermo a descrivere in seguito.

Ci sono diversi modi per fare un backup in WordPress, e pochi sanno che è anche possibile automatizzare il processo e, almeno in parte, non doverci più pensare in seguito.

Backup manuale

Il modo più semplice per fare un backup è suddiviso in due fasi: nella prima andiamo a scaricare una copia di tutti i file del nostro sito all’interno di un altro computer (il nostro, ad esempio), accedendo alla cartella principale (root) mediante FTP. Nella seconda fare, poi, andremo a farci una copia del database MySQL, esportandolo in formato testo (oppure in archivio ZIP se fosse di dimensioni molto grosse). Due fasi che sono necessarie a tenere da parte una copia di backup del sito da ripristinare all’occorrenza, e che nel caso di operazione eseguita a mano pone, per la verità, più di un problema.

Prima di tutto, infatti, questa operazione richiede del tempo per essere eseguita (a meno che il sito non sia piccolissimo, sui siti di dimensione medio-grande ci vuole almeno un’oretta per completare il tutto), tempo che potrebbe essere impiegato in attività diverse. Del resto non tutti, lo ricordiamo, hanno un reparto tecnico full-time a disposizione.

Secondo aspetto critico è che l’operazione di backup andrebbe eseguita periodicamente, in quando dovrebbe riflettere i cambiamenti che facciamo nel sito, l’aggiunta di eventuali plugin, il cambio di un theme o la scrittura o modifica di contenuti. Per venire incontro a questo tipo di esigenze, WordPress mette a disposizione vari tipi di plugin, che potete installare dal repository ufficiale del CMS (https://it.wordpress.org/plugins/) oppure cercare direttamente, con account amministratore, dal menù interno del sito (cliccando prima su Plugin, poi su Aggiungi): in questa sede ne vedremo due, in particolare.

Backup automatico

BackupWordPress – senza dubbio uno dei più semplici da utilizzare: basta un click e permette di effettuare copia dei file (che verranno compressi in formato ZIP) e del database del proprio sito. La copia di backup sarà posta, di default, all’interno della cartella locale del proprio sito web, pronta ad essere scaricata e messa da parte in caso di emergenza. I backup, in questo caso, possono essere anche pianificati – ad esempio un backup automatico a settimana.

UpdraftPlus – Uno dei migliori plugin per la gestione dei backup, che presenta più opzioni del precedente e permette, soprattutto, di collegare un account Dropbox o Google Drive e salvare i propri backup in remoto. Una funzionalità molto comoda, in effetti, dato che potremo pianificare anche qui i backup e spedirli, a seconda della nostra volontà, sull’archivio in cloud che utilizziamo.

Backup esterni

Esiste anche una terza soluzione, che consiste nell’utilizzare soluzioni di backup indipendenti dal sito, al limite integrabili mediante interfacce all’interno del backend, che vadano ad effettuare l’operazione di backup in modo completamente staccato dalle attività editoriali del nostro portale. Le soluzioni di backup di Critical Case, ad esempio, permettono di effettuare un salvataggio sicuro dei dati del cliente, questa volta a prescindere dalla soluzione che si sta utilizzando. Esse permettono di mantenere una copia dei dati sempre al sicuro, con il vantaggio di poter disporre di un servizio professionale dedicato solo a questo.

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COME SCEGLIERE L’HOSTING GIUSTO

COME SCEGLIERE L’HOSTING GIUSTO

Stai cercando un servizio di hosting ma non sai quale scegliere?

Nel mondo di oggi ogni azienda che voglia giocarsi le sue carte ad armi pari con la concorrenza deve avere un sito web funzionale, stabile e veloce. Internet è il fulcro della vita di tutti e il mondo del lavoro non fa eccezione: se non si riesce ad essere massivamente presenti sul web si è di fatto invisibili agli occhi di potenziali clienti e fornitori. Se sei un imprenditore o avvii una start up sarà quindi prioritario investire sul tuo sito, ma spesso ci si limita a strapagare la parte grafica e a creare un sito web con un’interfaccia accattivante e ultra moderna, per poi puntare a risparmiare al momento di scegliere il servizio di hosting che dovrà di fatto ospitare il tuo dominio web.

scegliere hosting

Questo è un errore molto comune e molto grave, perché un hosting mediocre può compromettere la qualità del sito web rendendolo lento, poco fruibile e spesso soggetto a blocchi causati dalla saturazione della banda o da una scarsa manutenzione del server. E’ come avere una Ferrari senza benzina, bella da vedere ma veramente poco utile e che verrà quindi parcheggiata e dimenticata. A questo dobbiamo aggiungere che la scelta dell’hosting è resa ancora più difficoltosa dalla miriade di proposte presenti in rete, dagli specchietti per le allodole che promettono banda illimitata a pochi spiccioli, dalla poca serietà e dall’intento di fare business dei proprietari dei server che puntano solo al profitto e ad ammassare clienti, trascurando la qualità e le esigenze di chi vi si rivolge. Come fare quindi a districarsi in questa giungla? Come scegliere la “casa” del tuo sito web? Come fare per assicurare alla tua Ferrari un bel pieno che le permetta di sfrecciare alla velocità che merita?

L’hosting giusto che fa per te

Iniziamo col premettere una cosa molto importante: non esiste un hosting che sia in assoluto migliore di altri. L’hosting giusto per il tuo sito è quello che risponde meglio alle tue esigenze, che però sono sicuramente diverse dalle esigenze di altri. Quindi la cosa importante da fare è focalizzarsi su quelle che sono le caratteristiche che vuoi che il servizio possieda, tralasciando proposte di altro tipo.
Se quindi il tuo scopo è quello di caricare un sito web con finalità di svago, ad esempio un blog in cui racconti la tua vita o in cui condividi ricette o pensieri, probabilmente non avrai bisogno di una banda dedicata e potrai “accontentarti” di un servizio più a buon mercato ma che ti garantisca lo spazio necessario a vivere in rete. Molto poi dipende dal peso del tuo sito, dalla quantità di pagine collegate e dal materiale audiovisivo presente in esso.

Se invece l’obiettivo è professionale e punti a trovare nuovi clienti allora dovrai virare su un servizio potente e che ti consenta di rendere il tuo sito una vera macchina da guerra: pensa a cosa succederebbe se mentre un potenziale cliente visita la tua pagina il caricamento richiedesse ere geologiche, o peggio se cliccando su un banner pubblicitario o su un link comparisse un deleterio messaggio di errore. Ecco che quel cliente sarà già volato via verso altri lidi più affidabili. Attenzione quindi alle “offerte imperdibili”: alcuni hosting vengono venduti a un prezzo irrisorio e promettono risorse illimitate, ma stai pur certo che in questo modo i clienti dell’hosting verranno stipati su server non abbastanza potenti per gestire un sito il cui traffico sia anche solo passabile. Per cui i rallentamenti e i blocchi saranno all’ordine del giorno e i soldi risparmiati verranno persi in termini di mancati clienti e mancati introiti futuri. Dedica quindi più tempo alla ricerca dell’hosting giusto per te e scegli un servizio serio e professionale: investendo qualche euro in più avrai la certezza di dotare il tuo sito di uno spazio importante dove vivere e dove sfruttare a pieno le sue potenzialità.

I tipi di hosting: server dedicati o condivisi

Scartati i falsi amici e focalizzati su servizi di qualità, è arrivato il momento di fare altre valutazioni per effettuare la tua scelta: quale tipo di hosting è meglio per la mia attività?
Le variabili da tenere in considerazione sono tante, innanzitutto dovrai decidere se vuoi che il tuo sito sia ospitato da un hosting condiviso oppure se desideri che abbia uno spazio tutto suo in un server dedicato:

  1. hosting condiviso è la soluzione più economica ma ti troverai a dover condividere la banda e lo spazio con migliaia di altri utenti; presenta tutti i rischi di saturazione e rallentamento di cui abbiamo parlato sopra, per cui si configura come una buona opzione solo in caso tu non abbia particolari esigenze di business
  2. hosting su server dedicato è un’opzione maggiormente professionale che permette al tuo sito di vivere in uno spazio solo suo e di sfruttare a pieno potenziale tutte le capacità del server: ne guadagnerai in stabilità e velocità ma prevede sicuramente un esborso iniziale che quasi sempre sarà ripagato in introiti futuri
  3. la terza opzione è l’hosting su server virtuale: è una via di mezzo tra le due precedenti, il server è condiviso con altri utenti ma di fatto essendo uno spazio non fisico l’utente ha la possibilità di gestirlo in autonomia come se fosse solo suo, addirittura può potenziarlo e sfruttare al meglio la banda. Inoltre è più protetto anche da eventuali attacchi di pirati informatici per cui risulta un’opzione più sicura nel caso il tuo sito debba gestire transazioni di denaro o dati sensibili.

Caratteristiche di un buon hosting: banda, scalabilità, supporto tecnico

Quali sono le caratteristiche di comparazione da valutare prima di effettuare la scelta definitiva?
Sostanzialmente puoi concentrarti sul confronto di 3 parametri di vitale importanza per un buon hosting: la banda, la scalabilità e il supporto di assistenza tecnica in caso di bisogno. La banda è il parametro più banale ma anche più importante: si tratta della capacità di traffico che puoi sfruttare su quel server, siano essi 10 GB, 15 GB o illimitati. Attenzione a chi ti offre traffico illimitato perché in realtà quasi sempre non è proprio così, solitamente queste offerte sono legate ad altre caratteristiche che pongono comunque dei limiti e inoltre l’alto numero di utenti che aderiscono avrà sicuramente l’effetto di far rallentare il tuo sito.

Può essere comunque che tu abbia bisogno inizialmente di un certo spazio ma che con il passare dei mesi e degli anni questo non basti più, nel caso il tuo sito abbia un forte sviluppo in termini di introiti e di pubblicità crescenti. Ecco che allora è bene tenere conto del fattore scalabilità: si tratta in poche parole di poter effettuare un upgrade in qualsiasi momento, dietro ovviamente a un pagamento di una cifra prestabilita, che vada ad aumentare la capacità dedicata al tuo sito nel caso tu ne abbia bisogno senza necessità di chiamare tecnici o spostarti su altri server. Fondamentale importanza riveste anche l’assistenza tecnica: stai pur certo che anche con il miglior hosting che puoi trovare prima o poi incapperai in qualche problema e riuscire a risolverlo in modo semplice, veloce e senza impazzire dev’essere una priorità. Alcuni servizi sono contattabili solo telefonicamente e magari solo in lingua inglese, altri mettono a disposizione un servizo di assistenza H24 che può risultare estremamente comodo ed efficiente. Solitamente è comunque buona prassi contattare il supporto tecnico del servizio di hosting che ci accingiamo a scegliere ponendo tutte le domande pre-vendita che ci toglieranno ogni dubbio sulla qualità delle prestazioni offerte. Altra buona norma per togliersi ogni dubbio residuo è chiedere informazioni a chi il servizio l’ha già provato: cerca recensioni ed opinioni reali scritte da persone reali in forum di informatica (meglio diffidare dei siti di opinioni in quanto la maggior parte sono sempre positive), sapranno darti un quadro ancor più chiaro sui vantaggi e sui limiti della proposta da te vagliata.

La scelta di un buon hosting può davvero fare la differenza e risultare determinante per il tuo sito web, prenditi tutto il tempo e considera tutte le ipotesi, solo in questo modo il tuo sito correrà alla massima velocità e ti garantirà i massimi risultati.

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COS’È IL CLOUD HOSTING E COME FUNZIONA?

Cloud hosting: cos’è, soluzioni e benefici per il tuo business

Le aziende che sviluppano un business online devono assicurarsi che la piattaforma tecnologica su cui poggia la propria attività sia solida, performante, resiliente e scalabile. Per questo è nato il cloud hosting.

Cloud hosting: definizione e caratteristiche

Il Cloud hosting è un servizio che garantisce la permanenza del sito online fornendo le risorse relative allo spazio e al traffico ottimali per il gestire al meglio il business sul web (CPU, RAM, storage ecc.). A differenza degli altri servizi però, non si tratta di un hosting fisico ma virtuale. Questo significa che il Cloud hosting sfrutta le risorse Cloud per garantire maggiore affidabilità, migliori prestazioni ed elevata scalabilità. Il servizio di Cloud hosting è basato su sistemi di virtualizzazione progettati appositamente per siti web e servizi internet che richiedono elasticità di risorse e alte performance. È dunque ideale per imprese di ogni dimensione, ma che hanno nel web un fattore importante del proprio business.

Le caratteristiche e le prestazioni del servizio Cloud hosting sono flessibili e si adattano alle necessità al traffico generato dal business online. Tutte le soluzioni di Cloud hosting sono altamente scalabili e in grado di supportare la crescita del progetto online passo per passo, garantendo un livello di affidabilità ottimale e fornendo SLA personalizzabili in base alle prestazioni.

















    Cloud hosting: i principali vantaggi

    Affidarsi a un’infrastruttura e a servizi cloud per la propria attività online porta con sé alcuni evidenti benefici, tra cui:

    • Alta affidabilità;
    • Elevata scalabilità;
    • Prestazioni elevate;
    • Modello pay-per-use flessibile;
    • SLA personalizzate.

    Il Cloud hosting può essere attivato in modalità Managed, includendo la gestione del servizio di hosting da parte del Cloud provider e del suo team di specialisti.

    Il servizio Cloud hosting managed è vantaggioso per diversi motivi. Per esempio, è la soluzione ideale per le aziende che non hanno tempo per occuparsi della gestione, oppure per le organizzazioni che non hanno un team IT interno con le competenze necessarie per amministrare il servizio nel modo più corretto. Grazie a un team di esperti dedicati, l’azienda non deve più preoccuparsi di gestire la parte IT del business, eliminando lo stress, i costi e il tempo che una gestione autonoma (anche di una certa complessità) comporta.

    Cloud hosting Kubify con container Kubernetes

    Cloud hosting Kubify è l’unica soluzione di Cloud hosting in Italia gestita con Container Kubernetes, e capace di assicurare le massime prestazioni, scalabilità e sicurezza.

    In Criticalcase, adottiamo la soluzione Kubify in quanto innovativa, multi-datacenter e ibrida. La soluzione sfrutta l’affidabilità dello storage Azure e la potenza di calcolo dei nostri data center per assicurare la massima disponibilità del servizio e performance elevate.

    Il servizio Cloud hosting Kubify è un servizio ‘chiavi in mano’ completamente gestito. Ciò significa non doversi più preoccupare dell’infrastruttura dal punto di vista tecnico, ma avere a disposizione una piattaforma all-inclusive su cui sviluppare applicazioni in maniera agile e performante senza rischiare che il sito web o e-commerce vada offline. Inoltre, la soluzione comprende una serie di servizi aggiuntivi gratuiti e inclusi nell’offerta di hosting, tra cui backup orario, ambienti di sviluppo e test, synthetic monitoring e molto altri. Cloud hosting Kubify, come tutte le nostre soluzioni di hosting, comprende l’assistenza tecnica h24 in italiano.

    Da sempre, riponiamo massima attenzione al tema delle performance web. Come si è visto, le nostre soluzioni di hosting sfruttano le migliori tecnologie e infrastrutture disponibili per garantire i massimi livelli di uptime e prestazioni allo stato dell’arte. L’aggiunta del cloud permette di massimizzare anche i livelli di scalabilità e di agilità rispetto a un business in continuo cambiamento.

    In ambito di web performance, abbiamo pubblicato un White Paper approfondendo il tema delle CDN e, in particolare, delle strategie Multi-CDN, fondamentali per business online di estensione internazionale o globale. Consigliamo di scaricarlo, di approfondire il tema e, se di interesse, di contattarci per una consulenza gratuita.

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    HOSTING PER WEB AGENCY: I VANTAGGI DEL PARTNER PROGRAM

    HOSTING PER WEB AGENCY: I VANTAGGI DEL PARTNER PROGRAM

    Cos’è una Web agency e di cosa ha bisogno?

    Le web agency si occupano di sviluppare ed implementare soluzioni digitali di vario tipo. Oltre alla realizzazione di siti web, svolgono diverse attività relative al mondo della comunicazione online. All’interno di una web agency troviamo un team di esperti in campo digital capaci di supportare e promuovere la crescita delle aziende online. Ecco i principali servizi offerti dalle web agency oltre allo sviluppo di siti web:

    • Soluzioni di pubblicità online
    • Posizionamento dei siti sui motori di ricerca (SEO)
    • Creazione di contenuti editoriali per il web
    • Servizi di social media marketing
    • Servizi di grafica e web design
    hosting web agency

    Proprio perchè una web agency lavora a stretto contatto con il mondo digitale, ha la necessità di appoggiarsi ad un servizio di hosting di alta qualità. Ogni attività imprenditoriale, infatti, ha esigenze specifiche, per questo è molto importante per una web agency scegliere la soluzione di hosting pià adatta.

    Partner Program: perchè è il servizio ideale per le web agency?

    Il Partner Program di Criticalcase consente alle web agency che si iscrivono di ampliare la gamma dei servizi offerti e di migliorare la propria reputazione agli occhi dei clienti. Attraverso il Partner Program potrai proporre ai tuoi clienti servizi di hosting di alto livello e altre soluzioni Cloud. Ma non solo, avrai a disposizione un’offerta completa per quanto riguarda il settore IT: CDN, servizi di Disaster Recovery, servizi managed, soluzioni di monitoraggio e oltre. Grazie a questa partnership, da un lato le web agency possono aumentare la loro visibilità, trovando nuovi clienti e incrementando il proprio fatturato. Dall’altro lato in questo modo è semplice fidelizzare i clienti attuali, garantendo loro soluzioni IT di primo livello e facendo in modo che non scelgano i vostri competitor perchè forniscono un’offerta di servizi più ampia rispetto a voi.

    I vantaggi del Partner Program dedicato alle web agency sono davvero molti. Eccone alcuni:

    • White Label
    • Nessun costo di adesione
    • Listino dedicato
    • Pagamenti agevolati
    • Ambienti di sviluppo gratuiti
    • Demo gratuite
    • Assistenza tecnica h24

    Ma non solo, avrai a disposizione formazione commerciale e supporto marketing, pacchetti su misura e molto altro.

    Come guadagnare con il Partner Program in 3 semplici step

    Ovviamente, non possiamo tralasciare uno dei benefici maggiori del Partner Program: ottenere guadagni diretti già dal primo giorno. Attraverso il nostro programma dedicato ai partner, ogni web agency potrà rivendere i nostri servizi di hosting e Cloud ai propri clienti in modo semplice e soprattutto vantaggioso. Per iniziare a guadagnare con il Partner Program bastano tre semplici passaggi:

    1. Iscriviti al Programma Partner
    2. Accedi all’area riservata
    3. Inizia a vendere le nostre soluzioni Cloud ai tuoi clienti
     
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