Categorie
Blog

CLOUD COST MANAGEMENT: Hai mai pensato di ottimizzare i costi del tuo Cloud?

CLOUD COST MANAGEMENT: hai mai pensato di ottimizzare i costi del tuo Cloud?

La gestione dei costi, oltre ad essere una grande sfida per le aziende che utilizzano servizi di Public Cloud, è anche una grande opportunità per promuovere un consumo efficiente dell’IT.

Con “Cloud Cost Management” intendiamo individuare, gestire e monitorare le cause dei costi sostenuti su piattaforme Cloud o MultiCloud con alcune finalità ben precise. In questo articolo vogliamo spiegare e approfondire l’approccio che adotta Criticalcase e che adatta ai propri clienti.

Per cominciare è bene precisare che la gestione dei costi del Cloud non è solo una questione di Operation. Molte aziende demandano la gestione ed ottimizzazione dei costi Cloud all’ente di IT Operation, ma il “problema” va affrontato su più livelli aziendali (Finance, Procurement, Program Management, IT Strategy, ecc.) e sulle diverse fasi del ciclo di vita dei progetti.

La seguente immagine mostra una tipica segmentazione del “Cloud Cost management”, tale modello è efficace ma incompleto, poiché sviluppato unicamente a livello di IT Operation:

Quali sono i principali aspetti che portano i costi del Cloud fuori controllo?

Queste sono alcune delle principali cause che determinano una deriva dei costi Cloud:

È la modalità con la quale il fornitore dei Servizi Cloud applica i costi che includono migliaia di opzioni e combinazioni difficili da comprendere anche perché possono variare in corso d’opera…

Questa complessità aumenta nel momento in cui un cliente utilizza più Cloud Provider in quanto si troverà a gestire modalità di pagamento e billing differenti.

Le fatture sono composte da centinaia di voci rendendo quindi difficile la ricostruzione e l’attribuzione dei costi.

Il Self provisioning causa una crescita fuori controllo con costi imprevisti in quanto il facile accesso alla console web point-and-click senza vincoli, può portare all’ incremento incontrollato delle risorse.

I fornitori di Cloud annunciano ogni anno l’aggiunta di nuovi servizi e componenti, nuove funzionalità e nuovi modelli di prezzo, rendendo difficile il controllo di questi cambiamenti.

La stessa applicazione può essere sviluppata utilizzando molte tipologie di architetture e componenti diversi che possono quindi comportare costi differenti. Questo implica che le aziende hanno più difficoltà a calcolare e identificare l’alternativa più conveniente per soddisfare il cliente.

Le principali piattaforme Cloud come AWS, Microsoft Azure, Google Cloud Platform (GCP) hanno sistemi di billing, di servizi, di API e di gestione differenti e quindi non vi è alcuna standardizzazione e questo crea difficoltà nel momento in cui si utilizzano più piattaforme differenti.

 

Il compito dei responsabili delle operazioni IT e della gestione del cloud di Criticalcase, sarà quello di riuscire a:

Roadmap di ottimizzazione dei costi

La metodologia di Criticalcase (che prende spunto dal framework di Gartner) fornisce una struttura per la gestione dei costi del Public Cloud.

In questa metodologia vengono fornite non solo indicazioni sugli aspetti operativi come la riduzione dello spazio su disco, lo spegnimento delle machine se non utilizzate etc., ma vengono fornite anche indicazioni sull’architettura, sullo sviluppo di applicazioni e DevOps e sulla governance.

E’ un approccio ricorsivo e strutturato che mira a garantire un equilibrio tra costi e livello di servizio richiesto.

 

In questa fase si definiscono con il cliente quali sono gli obiettivi, la direzione e i requisiti aziendali prendendo in considerazione il Budget a disposizione.

Verrà fatto un censimento delle applicazioni utilizzate in azienda per capirne il valore, l’impatto, la loro complessità e i vincoli di sicurezza.

La pianificazione dei costi è fondamentale per stabilire le aspettative sulla spesa per il cloud. Ignorare questa componente della roadmap senza stabilire il budget per le applicazioni, causerebbe preoccupazioni in quanto le aziende farebbero fatica a rendere i propri clienti responsabili delle proprie spese.

 

ASSESSMENT E ANALISI

A questo punto si analizza l’architettura per capire com’è stata deployata e sviluppata. Una volta ricevute queste informazioni, Criticalcase inizia a monitorare e misurare il carico di lavoro in modo da capire se ci sono delle macchine sovradimensionate o sottodimensionate e fare un’analisi dei costi investiti.

Vengono inoltre analizzati i requisiti tecnici che verranno comparati e correlati con le altre soluzioni.

 

ANALISI DEI COSTI

Nella fase di analisi dei costi, Criticalcase si focalizzerà sul censimento dei servizi utilizzati dal cliente implementando una strategia di etichettatura. Queste etichette o più semplicemente Tag, implementano metadati che si applicano a tutti gli elementi della gerarchia di un provider nativo e vengono visualizzati nella fattura del fornitore accanto ad ogni voce in modo da essere utilizzati per raggruppare i vari costi.

La fase di monitoraggio dei costi è fondamentale per avere la visibilità sulla spesa del cloud che risulta essenziale per verificare la correttezza delle aspettative e rilevare eventuali anomalie.

 

RIDUZIONE

A questo punto viene avviata l’attività di riduzione dei costi ottimizzando e ridimensionando le macchine, avviando piani di accensione e spegnimento, smaltendo le risorse inutilizzate e così via.

Questo step è il modo più rapido per abbattere subito i costi in quanto queste pratiche non richiedono modifiche all’architettura e sono più facilmente applicabili. Ignorare questo componente del framework farà aumentare i costi per i servizi cloud e non vi consentirà di trarre vantaggio dall’elasticità del cloud computing.

 

OTTIMIZZAZIONE

L’ottimizzazione della spesa del cloud va oltre le tecniche di riduzione dei costi menzionate nello step precedente. Al contrario, le tecniche di ottimizzazione strategica richiedono spesso modifiche architetturali delle applicazioni per ridurre la necessità delle risorse.

Sebbene tali ottimizzazioni possano richiedere più tempo per essere realizzate rispetto alle tecniche dello step precedente, presentano altri vantaggi come ad esempio una maggiore resilienza e scalabilità. Ignorando questo passaggio del framework le opportunità di risparmio non potranno essere completamente massimizzate, lasciandosi alle spalle i vantaggi economici derivanti dall’adozione dei principi nativi del cloud.

Total Cost of Ownership, Stakeholder e modello di Governance

In questo grafico, viene mostrato il Total Cost of Ownership (TCO) ovvero il costo totale di proprietà. Come si vede dall’immagine, la curva dopo un po’ tende ad appiattirsi, questo significa che dopo un inizio in cui l’ottimizzazione dei costi è molto accentuata, essa tenderà a stabilizzarsi.

E’ bene che ogni azienda valuti e studi bene la propria curva in modo da ottimizzare il proprio rapporto costi / benefici rispetto alle proprie applicazioni, vincoli, obiettivi e alla propria strategia.

Le regole fondamentali da seguire sono quindi:

Progettare architetture e soluzioni basate su principi di ottimizzazione dei costi. L’uso efficiente del cloud IaaS, PaaS, il dimensionamento e l’ottimizzazione del servizio.

Rispettare le politiche per ridurre i costi su base continuativa, informare clienti sulle opportunità di ottimizzazione e stabilire report e dashboard per creare consapevolezza dei costi in tutta l’azienda.

Definire i requisiti che devono essere forniti dall’applicazione in termini di prestazioni, disponibilità, frequenza degli aggiornamenti o utilizzo previsto.

Fornire una disciplina di governance per la definizione delle politiche che riguardano l’approvazione del budget e l’allocazione dei costi.

Quali strumenti di analisi utilizzare per ottimizzare i costi? 

Il nostro suggerimento è di utilizzare gli strumenti nativi delle piattaforme Cloud. Questi strumenti sono altamente integrati con la piattaforma cloud e forniscono un’elevata funzionalità.

Gli strumenti nativi sono disponibili per tutte i clienti, alcuni di questi strumenti sono gratuiti mentre altri sono a pagamento con un modello basato sul consumo, ma la cosa più importante è che i fornitori di servizi cloud continuano a investire nel loro set di strumenti di gestione nativo con frequenti aggiornamenti di nuove funzionalità e servizi.

Che cosa aspetti? Se vuoi ottimizzare i costi del tuo Cloud non ti resta che contattarci 😉 !

New call-to-action
Categorie
Blog

CLOUD NATIVE SD-WAN ABILITA IL PERCORSO VERSO LA DIGITAL TRANSFORMATION

CLOUD NATIVE SD-WAN ABILITA IL PERCORSO VERSO LA DIGITAL TRANSFORMATION

Le aziende stanno diventando sempre più digitali, questa rapida trasformazione è accelerata dall’uso crescente dello smart working, dalle iniziative Bring Your Own Device (BYOD), progetti IoT mobility che stanno trasformando le infrastrutture e le reti informatiche.

L’esigenza di gestire un numero sempre più elevato di dati aziendali, in maniera sicuraimmediata e distribuita geograficamente in aree differenti, sta mettendo a dura prova i sistemi di rete tradizionali.  

La trasformazione digitale in chiave IT dipende dall’accesso ottimizzato alle applicazioni e ai dati aziendali e soprattutto dagli utenti, distribuiti in diverse parti del mondo e sempre più mobili.

Cloud Native SD-WAN

Quando parliamo del Business Digitale intendiamo il focus sull’approccio Cloud first, veloce e agile, raramente compatibile con le reti rigide tradizionali come le MPLS e le legacy WAN, ormai sempre di più abbandonate anche per il costo troppo elevatoSta aumentando anche considerevolmente Il consumo di risorse e applicazioni nelle filiali e branch officesed è questo il motivo per cui il vecchio modello della gestione del traffico centralizzato dal datacenter dell’headquarter risulta sempre più costoso e inefficiente 

Perché eliminare le reti MPLS?

Ecco i buoni motivi per salutare per sempre le reti MPLS

  • Le reti MPLS sono costoserigide e soprattutto non pensate ai moderni modelli di business cloud first. MPLS non è stato concepito per l’accesso al cloud
  • L’accesso a Internet centralizzato: un accesso velocesicuro e diretto ad internet è essenziale per ogni business. L’MPLS contrariamente va a centralizzare il traffico di backhaul verso l’accesso a internet rendendo il tutto più lento 
  • L’MPLS è limitato attorno alle località fisiche, così rendendo gli utenti mobili e le risorse cloud non prioritari e di seconda importanza 
  • Le reti MPLS richiedono molti apparati fisici, complicando così la gestione e la sicurezza della rete  

 La sostituzione delle MPLS e delle legacy WAN è un’opportunità importante per collegare gli uffici remoti in modo rapido e conveniente, ma soprattutto è l’unico modo che garantisce una rapida e priva di attrito trasformazione digitale, collegando ogni utente a qualsiasi risorsa da qualsiasi parte del mondo. 

 

Cloud Native SD-WAN

La soluzione idealper la trasformazione delle reti

Cloud Native SD-WAN è l’approccio software based alla rete aziendale. L’adozione della SD-WAN permette di ridurre i costi che dipendono dal trasporto su MPLS, 4G/5G LTE e altri tipi di connessione e più di ogni altra cosa, migliora le prestazioni dell’applicazione e incrementa l’agilità. 

Gli esperti della rete possono utilizzare più efficientemente la larghezza di banda e nel frattempo garantire prestazioni elevate per le applicazioni critiche senza sacrificare la sicurezza IT. 

Scarica E-Book gratuito E-book: Come migrare da MPLS a SD-WAN

Le soluzioni SD-WAN sono molto ricercate per numerosi vantaggi che offrono, specialmente le soluzioni Cloud based, nate e progettate per il cloud.

Criticalcase ha scelto Cloud Native SD-WAN di Cato Networks per aiutare le aziende nella trasformazione delle loro reti in un’ottica di migliorare le performance, ridurre i costi legati alle reti tradizionali e ridurre la complessità

New call-to-action
Categorie
Blog

5 MOTIVI PER INIZIARE AD UTILIZZARE SUBITO JELASTIC CLOUD

5 MOTIVI PER INIZIARE AD UTILIZZARE SUBITO JELASTIC CLOUD

Con Jelastic il time-to-cloud viene misurato in ore, non in giorni!
La piattaforma supporta gran parte dei linguaggi di programmazione quali, per esempio, Java, PHP, Ruby, Node.js, .NET, server di applicazioni Python, database SQL e NoSQL ed altri tipi di software, nonché Docker: il cloud Jelastic ha tutto ciò di cui ha bisogno per offrire uno stack completo per una rapida installazione.

La piattaforma offre la scalabilità orizzontale molto semplice che crea rapidamente nuove unità e la scalabilità verticale che aggiunge velocemente le risorse necessarie per le vostre applicazioni. Jelastic Cloud di Criticalcase consente agli sviluppatori di specificare il limite massimo di risorse (RAM e CPU), distribuire uniformemente il traffico tra più server nei Data Center italiani e non solo, anche in tutta Europa.

Non è più necessario essere un architetto di rete od un amministratore di sistema esperto, Jelastic Cloud offre un’interfaccia grafica intuitiva in grado gestire facilmente tutto da un unico pannello di controllo. È potente e particolarmente utile per gli sviluppatori con gestione autonoma drag-n-drop.

È l’unica piattaforma che puoi iniziare ad utilizzare immediatamente, senza dover utilizzare APIs complesse per la codifica, in questo modo potrai eseguire facilmente microservizi ed applicazioni legacy in Jelastic Cloud di Criticalcase, senza dover appunto modificare il codice.

L’infrastruttura Jelastic Cloud di Criticalcase è basata su 7 Data Center distribuiti in tutta Europa e senza nessun Single Point of Failure (SPOF). Essi infatti sono tutti completamente ridondanti e collegati con un canale in fibra ottica che consente di avere una latenza molto bassa (Torino e Milano sotto i 4 ms!).

I container sono isolati, il bilanciamento del carico è automatico ed abilitiamo la replica del database per garantire la massima disponibilità possibile, garantendo il 99,998% di SLA.

Jelastic Cloud è una tra le soluzioni software Cloud più interessanti presenti oggi sul mercato; esso è diventato così popolare poiché semplifica le implementazioni Cloud complesse automatizzandone la creazione, il ridimensionamento, il clustering e gli aggiornamenti di sicurezza di microservizi o applicazioni monolitiche.

Jelastic Cloud di Criticalcase si adatta perfettamente agli sviluppatori ed alle aziende che vogliono concentrarsi sullo sviluppo, prestando attenzione al livello dell’applicazione senza preoccuparsi dei livelli di rete ed infrastruttura che ne conseguono.

5 principali motivi per iniziare ad utilizzare Jelastic Cloud di Criticalcase:

  • Rapida implementazione
  • Scalabilità verticale e orizzontale
  • Facilità di gestione
  • Nessuna modifica di codice
  • Infrastruttura di classe Enterprise

Jelastic Cloud è una soluzione solida per tutte le imprese e per tutti gli sviluppatori; esso combina i vantaggi dei servizi PaaS e quelli di CaaS (Container as a Service) in un’unica piattaforma ospitata nei Data Center di Criticalcase.

 
New call-to-action
Categorie
Blog

BACK-OFFICE VS FRONT-OFFICE NELLA GESTIONE DEI SERVIZI CLOUD

BACK-OFFICE VS FRONT-OFFICE NELLA GESTIONE DEI SERVIZI CLOUD

I servizi che vengono erogati da aziende come la nostra richiedono un coordinamento interno che spesso, dall’esterno, non è facile da immaginare. Attraverso una fitta rete di contatti ed attività che si svolgono sia all’interno del “motore” aziendale che verso l’esterno, infatti, l’erogazione dei servizi riesce a garantire la business continuity ad ogni livello. In questo ambito può essere interessante andare a vedere cosa faccia la differenza a livello di produttività, passando per l’organizzazione del lavoro e la gestione delle criticità quotidiane.

Tale discorso può essere inquadrato nella collocazione corretta delle funzionalità e delle competenze, ed in questo ambito viene in aiuto una distinzione importante: quella tra funzionalità back-office e front-office. Una distinzione che molti potrebbero aver sentito nominare negli ultimi anni, ma sulla quale potrebbero non avere le idee necessariamente chiare come si dovrebbe.

Detta in estrema sintesi, back-office e front-office cooperano, si coordinano e rappresentano due aspetti distinti della gestione di un’azienda: se il back-office si occupa della parte interna del funzionamento della stessa, il front-office si occupa delle relazioni tra l’azienda ed il cliente finale. Il back-office, in altri termini, determina le strategie che si rivelano necessarie al sistema produttivo della nostra realtà, lavorando a più livelli, ed affidando il coordinamento, secondo opportune strategie, dei vari settori amministrativi e operativi.

In altri termini, se il front-office è ciò che il cliente finale “vede” della realtà aziendale in questione (a qualsiasi livello come, ad esempio: commerciale, ticketing, supporto tecnico), il back-office rappresenta il motore interno dell’azienda stessa, ovvero le varie procedure di supporto al core business aziendale. Il tutto avverrà in modo solo parzialmente visibile al cliente che acquisti, ad esempio, servizi cloud, limitando la visione di ciò che egli percepirà di noi proprio mediante l’organizzazione di un front-office efficace.


In questo ambito assume una valenza fondamentale proprio l’uso del cloud, che in prima istanza ha cambiato la struttura dei servizi, rendendola più semplice, per molti versi, e puntando su un livello di astrazione più alto. Ciò significa che le infrastrutture informatiche sono diventate molto più snelle, veloci e semplici da gestire ed utilizzare, anche per i meno esperti.

Un servizio di back-office o front-office in cloud, in sostanza, consente la gestione delle risorse sia al cliente finale che a livello di gestionali interni, il tutto disponendo di una semplice connessione internet e mediante qualsiasi dispositivo (PC, tablet o smartphone), mediante interfacce web e app che forniscono le opzioni essenziali del suo funzionamento. Per garantire massima riservatezza e sicurezza alle operazioni, in genere si sfrutta una rete di protezione affidata a password, autenticazione a due fattori (2FA), firewall e VPN aziendali, che i servizi in cloud sono in grado di fornire già integrate nei pacchetti. Per inciso, le soluzioni SaaS sono la risposta tipica alle problematiche che abbiamo esposto.

Ciò, nella pratica, si riflette in positivo a vari livelli: a cominciare dalle maggiori opportunità che vengono offerte ai clienti, ad una elevata flessibilità dei servizi erogati dall’azienda. In particolare ciò avviene per quello che riguarda un settore specifico come quello del document management: In altri termini, la gestione in cloud computing dei propri documenti a qualsiasi livello e per qualsiasi ambito.

Grazie alle potenti tecnologie ed infrastrutture disponibili sul mercato odierno, infatti, è possibile non solo archiviare grosse quantità di documenti interamente in digitale, ma si possono anche mettere in piedi sistemi per modificarli in tempo reale, apportare variazioni al flusso di lavoro, tracciare le modifiche che vengono fatte e ricostruire il “cammino” che ci ha portato ad esse.

Una tecnologia che si trova in piena evoluzione, ad oggi, e che potrà condurre i clienti sulla strada del successo già nei prossimi anni. Non c’è dubbio, pertanto, che in questo ambito le infrastrutture basate su cloud abbiano potuto condurre ad un incremento delle funzionalità aziendali, sia a livello interno che a livello esterno.

New call-to-action
Categorie
Blog

L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA DEI MODELLI PAAS, SAAS E IAAS

L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA DEI MODELLI PAAS, SAAS E IAAS

Non ci sono dubbi che, ad oggi, il cloud computing sia diventato imprescindibile per lo sviluppo delle nuove tecnologie: la totalità dei servizi che sfruttiamo ogni giorno, del resto, si basa su questo paradigma, e questo soprattutto per la facilità con cui permette di gestire sia hardware che software mediante una connessione ad internet. In genere un qualsiasi sistema di cloud computing è composto da tre elementi basilari che lo caratterizzano e che rappresentano tre livelli distinti di funzionamento:

  • Lo storage, lo spazio su disco disponibile per l’applicazione (e, di riflesso, per l’utente finale).
  • nodi, che rappresentano l’architettura su cui viene distribuito il funzionamento dell’app.
  • Il cosiddetto controller che rappresenta la logica o la politica di funzionamento del software in cloud.

L’utilizzo del cloud è possibile grazie ad un provider che eroga servizi agli utenti, il tutto mediante un apposito contratto di fornitura ed un piano di pagamento scalabile (cioè proporzionale all’uso effettivo che se ne fa: in genere più lo usiamo, più si paga). All’interno di questo ambito, poi, ci sono tre tipologie distinte di servizi, che corrispondono ad altrettante modalità di distribuzione e fruizione delle applicazioni: parliamo di PaaSSaaS e IaaS. Se a livello teorico la differenza tra queste tre è stata già affrontata sul nostro blog, può essere interessante andare a vedere in termini pratici come si vadano a concretizzare le rispettive caratteristiche, e come si siano evolute negli anni.

Come sappiamo il cloud computing è un modello di business in cui un utente utilizza un prodotto o un servizio da remoto, a seconda delle proprie necessità. I tre livelli di erogazione sopra citati, in effetti, permettono di virtualizzare qualsiasi livello di uso delle app e dei software disponibili sulle varie piattaforme, con un vantaggio considerevole in termini di scalabilità d’uso. La principale differenza tra PaaS, SaaS e IaaS – come abbiamo visto – consiste nei rispettivi livelli di erogazione dei servizi che sono resi disponibili all’utente finale.

Proviamo infatti a chiederci a chi siano rivolti i servizi in questione, ovvero a quale target di utenza. Se il Software as a Service è orientato a livello di utilizzatore finale di qualsiasi software (quindi ad esempio un dipendente di un’azienda o un freelance che non sia per forza un informatico), il Platform as a Service è pensato per i programmatori di “nuova generazione” (e solo per loro), mentre il livello Infrastructure as a Service è concepito soprattutto per i sistemisti ed i programmatori con skill ancora più avanzate.

A livello di marketing, poi, il primo è utilizzabile per proporre soluzioni IT pronte all’uso (eventualmente da proporre sul mercato in reselling), il PaaS è utile per svilupparle e aggiornarle (ad esempio in consulenza) mentre il modello IaaS è utile per i servizi di hosting e server di nuova generazione (anche qui, eventualmente, con la possibilità di rivendere a terzi). In questo contesto se un SaaS fosse un software di gestione fatture pronto all’uso, ad esempio, il PaaS potrebbe essere il suo modello di manutenzione e sviluppo, basato a sua volta su un’infrastruttura hardware e software di tipo IaaS. In tutti e tre i modelli, di fatto, qualsiasi tool sia stato messo a disposizione viene gestito, mantenuto ed aggiornato da chi lo fornisce, liberando l’utente dal fardello di doverselo amministrare in autonomia (con un ovvio abbattimento di costi del personale specializzato).

internet-delle-cose

Questo permette anche di focalizzare un ulteriore aspetto chiave: i modelli PaaS, SaaS e IaaS permettono di offrire servizi di alto livello in modo semplice e pratico. Ad esempio quelli relativi a video streaming, film e serie TV, eventi sportivi, servizi IoT (Internet of Things) e via dicendo si basano tutti su cloud, ad oggi.

Questo fa intuire un ulteriore aspetto chiave relativo a questi servizi, ovvero che si tratta di un modello replicabile con relativa facilità, grazie alla messa a disposizione di interfacce utente sempre più semplici, e grazie all’abbattimento dei costi di manutenzione e sviluppo.

New call-to-action
Categorie
Blog

DATA CENTER PER LA BUSINESS CONTINUITY

CALCOLIAMO IL TCO: CLOUD VS INFRASTRUTTURA ON PREMISE

Quando si parla di servizi online, siano essi in cloud o mediante macchine virtualizzate, si sente spesso parlare del rapporto tra business continuity e data center. In questi termini, al di là di quanto la questione sia a volte posta in termini piuttosto astratti (o, peggio, del tutto incomprensibili ai non “addetti ai lavori”), è fondamentale chiarire la priorità assoluta che la tecnologia dei data center dovrebbe garantire.

Questo serve ad uno scopo ben preciso, che è quello di per poter determinare un livello di qualità ottimale del servizio erogato dall’azienda che, volta per volta, li gestisce, li possiede o decide eventualmente di acquistarli da terzi. Del resto se il risk management (ovvero: gestione del rischio) viene studiato approfonditamente anche nelle aule universitarie, ciò avviene proprio perché le aziende esprimono tale domanda in modo sempre più compatto, per quanto a volte abbiano bisogno della guida di un esperto per poter trovare la quadra.

sistema-elaborazione-dati

Un data center, alla prova dei fatti, non è altro se non un centro elaborazione dati: il cuore dell’attività che effettuano i servizi di hosting di alto livello e di ogni genere. Esso in genere risiede proprio in enormi stanzoni che possono trovarsi nella sede principale dell’azienda o in località esterne, a volte addirittura sottoposti a sorveglianza da parte di personale specializzato. Il più delle volte tale struttura è organizzata in rack di server, ovvero degli “armadi” in cui le varie macchine vengono incassate, collegate tra loro e programmate/gestite dai sistemisti, figura di riferimento assoluta in questo ambito.

I singoli server collegati tra loro si possono inoltre controllare, in genere, sia direttamente (il che avviene nel caso di reset, riavvi o alcuni tipi di aggiornamenti) che mediante eventuali controllo da remoto, garantendo così il massimo della flessibilità all’operatore. Operatore che spesso è chiamato (a volte in orari del tutto imprevedibili) ad interventi complessi quanto necessariamente tempestivi. Ed è proprio qui che entra in gioco l’idea della business continuity (traducibile in italiano come “continuità operativa”) quale parametro imprescindibile da ottimizzare.

La business continuity, d’altro canto, si esplica nella capacità potenziata, e garantita a qualsiasi livello, di poter continuare ad erogare il servizio – anche in condizioni critiche o nella malaugurata ipotesi di danni, incidenti e così via. Al di là di quello che comporta ad un primo, ovvio, sguardo relativo alla sicurezza (leggasi: evitare di perdere i propri dati per sempre), la business continuity è fondamentale per mantenere un’immagine adeguata dell’azienda dall’esterno, evitando di ricevere critiche eccessiva da parte degli utenti insoddisfatti. Un mix di buon marketing e di garanzie tecniche, insomma, a cui nessuna realtà che opera nel web dovrebbe essere esclusa o, peggio ancora, sentirsi assurdamente esente.

Come già rimarcato in un nostro precedente articolo, del resto, la business continuity è un concetto più esteso del più familiare data recovery, perchè implica non solo la possibilità di erogare sempre e comunque il servizio, ma anche quello di poter recuperare i dati e di poter, in definitiva, disporre di adeguate procedure a livello strategico, operativo e tattico.

Una volta ribadita l’importanza della business continuity, in che modo un buon data center può fare in modo di garantirla? A livello ingegneristico ciò avviene in due modi diversi:

 da un lato equipaggiando l’infrastruttura con un adeguato livello di macchine elettriche in grado di garantire una tensione costante in caso di sbalzi o mancanza di corrente (quindi, ad esempio, gruppi di continuità),

 dall’altro mediante sistemi di backup che sia ridondanti ovvero presenti in multipla copia, eventualmente anche in cloud o su macchine virtualmente inaccessibili da eventuali intrusi o malware.

In questo discorso, poi, rientrano vari requisiti sull’efficientamento energetico, in modo tale da evitare sprechi e garantire, a livello di servizio, la massima efficienza e sicurezza per i clienti e per gli operatori del data center.

New call-to-action
Categorie
Blog

MULTI-CLOUD: GESTIRE INTERE INFRASTRUTTURE NELLA NUVOLA

MULTI-CLOUD: GESTIRE INTERE INFRASTRUTTURE NELLA NUVOLA

Il cloud è stato una vera e propria rivoluzione per le aziende: grazie ad esso, hanno potuto migliorare la gestione dei rispettivi sistemi e l’offerta di servizi per la propria clientela. Molte rimangono, purtroppo ancora oggi, le realtà che ancora non sono a conoscenza di questa tecnologia, e che probabilmente si trovano spiazzate leggendo sui vari siti web articoli pieni di tecnicismi; per rimediare a ciò, abbiamo pensato di proporvi una pratica guida al multi-cloud, focalizzando in particolare sui servizi da esso offerti e sui vantaggi di cui permette di usufruire.

Sempre più aziende decidono, ormai da qualche tempo, di liberarsi delle ristrette possibilità offerte da un singolo sistema cloud per passare al multi-cloud, il che – come vedremo a breve – comporta vantaggi sia in termini di tempistiche che economici.

multi-cloud

La crescita è stimata in circa il 75% in più rispetto all’anno scorso, per quanto gli esperti del settore raccomandino alle imprese di approcciarsi al multi-cloud per piccoli passi, imparando gradualmente a conoscerne le varie funzioni. Ed è proprio quello che cercheremo di focalizzare in questo articolo.

Cosa si intende con multi-cloud?

Il sistema basato su multi-cloud, sostanzialmente, opera su più cloud pubblici, eventualmente anche di provider o fornitori differenti. Il punto di forza di questo tipo di ambienti risiede non solo nella loro flessibilità, ma anche nella capacità di adeguamento per svolgere compiti diversi nella più totale autonomia. L’ottica generale è di quelle ambiziose, in questo caso: si tratta di riuscire a rendere comunicanti diversi tipi di software o app (ad esempio mediante API evolute o RESTful), ma anche di ridurre o abolire il cosiddetto vendor lock-in, ovvero il rapporto di vera e propria dipendenza che finisce per instaurarsi tra chi eroga un servizio (il quale tende a vincolare ogni cliente solo a se stesso) e chi invece ne usufruisce.

Il provider di servizi multi-cloud ideale

Non esiste un solo modo che possa descrivere il provider ideale di servizi multi-cloud, ma esistono vari criteri generali che possono guidare alla scelta perfetta. Nell’era dei big data e dell’internet delle cose (IoT), del resto, la necessità di migliorare le performance su media e larga scala è sempre più pressante. Ciò comporta un continuo design e ri-definizione delle architetture stesse che guidano i vari sistemi: l’uso del multi-cloud in questo caso diventa quasi necessario per snellire le operazioni e renderle smart.

I fornitori di servizi multi-cloud dovranno, soprattutto, avere a disposizione un’infrastruttura di rete altamente performante ed efficace, basata sul paradigma Fault Tolerant – quindi essere in grado di effettuare disaster recovery, recupero veloce di backup, bassa probabilità di guasti o disservizi durante l’uso. Prima di affidarvi al primo provider che trovate, quindi, sarebbe il caso di verificare che disponga effettivamente questi requisiti, e che abbia dei tecnici qualificati a disposizione in grado di risolvere eventuali problematiche. Diversamente, il rischio è quello di trovarsi a maneggiare un cloud poco efficace, bloccato e difficile da gestire. Per saperne di più a riguardo, per inciso, puoi guardare la nostra offerta multi-cloud.

I vantaggi del multi-cloud

Uno dei più evidenti vantaggi del multi-cloud è la possibilità di personalizzazione dei servizi, ma non solo: il multi-cloud tende a valorizzare l’aspetto legato alla distribuzione del carico di lavoro su più nodi della rete, evitando così l’eventuale congestione di uno solo di essi. Potendo distribuire il lavoro in questi termini, le possibilità di velocizzare la consegna dei pacchetti sulla rete (e gestire secondo opportune politiche il routing degli stessi) apre a scenari inimmaginabili rispetto anche solo a qualche anno fa.

L’importanza del multi-cloud è sempre più evidente, specialmente nell’era in cui viviamo: un’era in cui assistiamo ad uno sviluppo tecnologico rapido e imprevedibile, che richiede, di conseguenza, un adattamento altrettanto veloce per riuscire a far fronte alla concorrenza e soddisfare pienamente le esigenze dei potenziali clienti.

New call-to-action
Categorie
Blog

PERCHÉ IL SAAS (SOFTWARE AS A SERVICE) È COSÌ UTILE

PERCHÉ IL SAAS (SOFTWARE AS A SERVICE) È COSÌ UTILE

Come abbiamo discusso in più occasioni nel nostro blog, i software SaaS (Software as a Service) sono accessibili mediante una connessione ad internet ed un’utenza personalizzata (username e password, per intenderci), ed in genere si pagano in base alla banda, allo spazio su disco oppure al tempo che vengono effettivamente utilizzati. Questo modello è più diffuso di quanto potrebbe sembrare a prima vista, ad oggi, ed è interessante andare a vedere in cosa consista la loro principale comodità ed utilità.

Per quanto non esista uniformità di pareri sull’argomento all’interno del settore informatico, l’uso dei SaaS ha introdotto, letteralmente, una nuova era: quella in cui i software classici o app sono rimasti relegati ad un ambito più specialistico, se vogliamo, mentre le app che si utilizzano senza dover installare nulla sono sempre più diffuse.

I più popolari servizi di condivisione online di documenti, ad esempio, sono quasi del tutto focalizzati su due aspetti: non dover installare nulla per utilizzarli, come prima cosa, e poi pagarli in base all’uso che se ne fa. Il SaaS ha inaugurato un qualcosa di inedito, in effetti, nel mondo dell’informatica: si paga l’uso, senza avere il possesso materiale del servizio, e questo ovviamente è un modello di business che risulta essere funzionale e comodo un po’ per tutti gli attori in gioco (per quanto non sia sempre ben visto dagli informatici old school).

Vantaggi e opportunità dei software SaaS

Ma quali sono i vantaggi principali derivanti dall’uso dei software in SaaS? Prima di tutto il modello Pay-Per-Use: significa che in genere, qualora non si tratti di soluzioni free (che di solito sono anche limitate nell’uso), si paga esclusivamente “a consumo”, per quello che realmente si utilizza. Esistono anche soluzioni a pacchetto, in questo ambito e per la cronaca, che si pagano mensilmente e che, di norma, hanno anche prezzi relativamente accessibili e scalabili. Il secondo vantaggio è che, rispetto ai software tradizionali ad installazione, non c’è il problema di dover aggiornare i programmi, dato che la fase di aggiornamento è inclusa nel prezzo ed è completamente automatica. Un bel vantaggio, in effetti, per chi non ha il tempo di stare dietro a tutto, o magari non dispone di un reparto IT interno. Le soluzioni basate su questo paradigma di distribuzione, inoltre, sono in genere compatibili con qualsiasi dispositivo smartphone, tablet e computer, e richiedono solo una connessione ad internet per poter funzionare.

Il futuro: “Everything as a Service” (XaaS)

Di fatto l’utilizzo di soluzioni Software as a Service consiste proprio in questo, ovvero utilizzarli dall’esterno, mediante app o browser, senza avere la necessità di null’altro se non uno smartphone oppure un computer con annesso sistema operativo, possibilmente aggiornato all’ultima versione.

Everything as a Service

Ma era anche chiaro che non ci si poteva fermare a questo punto, tant’è che da qualche tempo esiste un ulteriore modello, che si affianca agli analoghi PaaS IaaS, che estende ancora di più l’approccio e lo rende ancora più generale.

In questo scenario, infatti, si è verificato l’arrivo di soluzioni integrate Everything as a Service dette anche XaaS, del resto, ha confermato un trend dalla crescita esponenziale che, dato molto interessante, ormai riguarda l’informatizzazione avanzata di qualsiasi settore: dalle strutture alberghiere fino alla gestione dei documenti all’interno di un’azienda. Con l’approccio XaaS non si paga per l’uso di un software ma per il beneficio che l’utente finale riesce a trarne.

Se le principali caratteristiche dichiarate da questo paradigma riguardano l’accessibilità dell’offerta, l’esplicitazione del livello di servizio fornito agli utenti e la messa a punto di sistemi di monitoraggio, misurazione ed addebito dei costi, rimane da capire di che cosa si occuperà nello specifico. Il limite, come al solito, sarà dettato dall’inventiva di chi proporrà queste soluzioni, sfruttando anche la possibilità ulteriore di rivendere i pacchetti mediante servizi di reselling, che saranno quasi sempre disponibili per i clienti interessati.

New call-to-action
Categorie
Blog

COME GESTIRE PIÙ SITI MEDIANTE UNA PIATTAFORMA UNICA

COME GESTIRE PIÙ SITI MEDIANTE UNA PIATTAFORMA UNICA

Garantire il massimo delle prestazioni è un’ovvia ambizione per qualsiasi azienda che eroghi servizi mediante internet: un punto cruciale per poter raggiungere questo obiettivo, alla prova dei fatti, passa per la scelta di un servizio IT di qualità.

Un aspetto che, al giorno d’oggi, nella smania di ricorrere al low cost ed alle offerte che spopolano sul web, viene purtroppo trascurato o valutato meno del dovuto.

Poiché riteniamo tale aspetto decisamente sottostimato se non, addirittura, del tutto ignorato, andremo a valutare assieme i tre punti chiave sui quali è importante concentrarsi prima dell’acquisto della piattaforma.

computer-connection

Nell’era del PaaS e dell’IaaS possiamo focalizzare la nostra attenzione sul funzionamento generale dei siti e delle app, senza preoccuparci dei dettagli implementativi, ed affidando agli sviluppatori veri e propri framework di alto livello, quasi sempre ben documentati ed interamente open source. Tutto questo è possibile grazie alle nuove tecnologie in questione, le quali si basano su una gestione che è, prima di qualsiasi altra cosa, modulare e unificata.

1 – Modularità sia per singoli che per gruppi di lavoro

I gruppi di lavoro in ambito web ed informatico potranno trarre da questo approccio, senza dubbio, dei vantaggi enormi. Una web agency, ad esempio – così come un gruppo di professionisti, o anche un freelance con un certo numero di clienti – potrebbe avere la necessità concreta di gestire vari siti e app mediante una piattaforma unica.

Ma è possibile accedere, gestire ed aggiornare tutti i siti dei nostri clienti partendo da un unico punto di accesso? Per evitare di ricorrere a tanti servizi di hosting diversi può rivelarsi ideale scegliere una soluzione di hosting unificata. Questa possibilità come vedremo è concreta, e passa per un cambio deciso di mindset rispetto al modello tradizionale: quello semplicistico basato su un hosting condiviso.

Risolvere un dilemma del genere significa passare, come prima cosa per un servizio scalabile: la scalabilità in questo ambito è fondamentale per garantire una buona autonomia e capacità di gestione all’operatore (o al tecnico) che dovrà occuparsene. L’architettura che permette di garantire la possibilità di utilizzare il servizio a più livelli, di fatto, è quasi sempre basata su un software di tipo container, ovvero una sovra-struttura astratta che soprassiede tutto il resto. Al di sotto di essa esisteranno poi vari sotto-livelli, come avviene per la nostra soluzione di hosting pensata per le web agency, che permette di gestire vari siti web mediante appositi pannelli.

Ovviamente la scalabilità fa in questo caso riferimento alla possibilità di adattare la stessa struttura non solo per siti web, ma anche per altri tipi di app: ad esempio per quelle fatte con Redis (uno storage molto veloce e pratico da usare, che si basa sul modello Remote Dictionary Server), per alcune fondate sui Big Data e, in ogni caso, con quote variabili a disposizione in termini di CPU, RAM e spazio su disco.

2 – Sviluppare in modo agile e dinamico

Abbiamo discusso l’aspetto legato alla flessibilità del nostro ambiente di gestione, ma non bisogna dimenticare il resto: le soluzioni di questo tipo, infatti, sono spesso pensate per definire ambienti di sviluppo per i programmatori. Questo permette una cosa molto importante: abilitare il reparto IT a sviluppare e testare soluzioni software specifiche (siano esse siti o web service) in un ambiente separato ed inaccessibile dall’esterno, per poi riportare le modifiche sulla versione online (detta anche in produzione) una volta che siano ultimate e collaudate.

In questo modo, pertanto, sarà possibile snellire la procedura di sviluppo e manutenzione di qualsiasi genere di software, e ottimizzare le tempistiche che, diversamente, prevederebbero tempi di consegna molto più lunghi e dilatati.

 

3 – L’importanza dei servizi managed

Un terzo aspetto che è prioritario da considerare, inoltre, è legato al servizio di assistenza: se ricorriamo a soluzioni scalabili non vorremmo mai essere lasciati soli. In caso di problemi nella configurazione dei nostri siti o app, infatti, un sistemista che conosca molto bene l’intera infrastruttura a cui ci stiamo appoggiando (e sappia metterci mano per backup, ripristino e via dicendo) è fondamentale, per non dire vitale.

Il site management, in questo ambito, sarà enormemente facilitato da un servizio di assistenza specializzato, cosa che in genere, i servizi a basso costo non hanno le competenze (e spesso nemmeno l’interesse) di proporvi.

Abbiamo, in conclusione cercato di chiarire i tre aspetti principali legati ai servizi cloud per la gestione e la manutenzione di qualsiasi genere di applicativo: senza essi, di fatto, sorgerebbero vari problemi, subdoli e difficili da eliminare.

New call-to-action
Categorie
Blog

BACKUP AZIENDALI: IMPORTANTI QUANTO SOTTOVALUTATI

BACKUP AZIENDALI: IMPORTANTI QUANTO SOTTOVALUTATI

Svariati rapporti tecnici sulla cyber security evidenziano che le minacce più diffuse sono relative ancora oggi ai virus ed ai malware, con particolare riguardo ai ransomware: questa forma di attacco informatico è particolarmente insidiosa quanto, in molti casi, sottovalutata.

Ransomware: i virus più diffusi e rischiosi per le aziende

Tra i vari virus, i ransomware sono particolarmente pericolosi, perchè sono in grado di criptare e rendere inutilizzabili i file del nostro computer e di quelli di altri eventuali dispositivi in rete, minacciando di cancellare tutto per sempre, e ponendo il dilemma se pagare o meno il riscatto.

backup-per-aziende

Non penseremmo mai troppo, a priori, ad una minaccia del genere (con l’annessa possibilità di perdere tutti i nostri dati, ad esempio quelli relativi alla fatturazione aziendale) se non quando è purtroppo già successo, magari per colpa di un semplice click su un link malevolo contenuto in una mail ingannevole ricevuta. Nel caso dei ransomware, infatti, una volta che il danno è fatto, non è solitamente reversibile – a meno che non si abbiano delle copie di backup dei dati fatte in precedenza.

Soluzioni di backup: salvare integralmente lo stato del sistema

Per venire incontro a questo genere di problematiche una politica di backup aziendali è fondamentale: ed è anche chiaro che dare questa responsabilità ai propri dipendenti o collaboratori è spesso impraticabile per una serie di ragioni. Prima di tutto per una questione di tempo, che deve essere dedicato alla produttività e non a questioni tecniche; poi anche per un problema di perizia, dato che non sempre è agevole o possibile salvare i propri dati mentre ci si sta lavorando.

Lo scopo principale di un backup è quello di creare una copia, aggiornata all’ultima versione disponibile, di un dato o di un insieme di dati: un insieme di documenti condivisi, le nostre fatture elettroniche, un sito web o un blog, il codice che fa funzionare un’app da noi realizzata, le email inviate e ricevute dai dipendenti e così via. Nella maggior parte dei casi questi dati sono già protetti da protocolli di rete come HTTPS e da vari livelli di autenticazione, come ad esempio password e codici OTP sul telefono. In molti casi, però, questo non basta: sia perchè la rete aziendale magari non è abbastanza protetta, sia perché ogni giorno vengono scoperte nuove falle informatiche.

A che cosa servono i backup

L’utilità di disporre di un backup esce fuori soltanto quando le cose si mettono male, tipicamente: il senso del disporre di un backup automatizzato e fatto periodicamente è esattamente questo. La procedura del cosiddetto recovery dei dati, nello specifico, permette di ripristinare all’istante lo stato del sistema (i file, il database, il sito, ecc.) al momento esatto in cui esisteva una copia di backup integra, quindi rimuovendo i vecchi dati e sostituendoli con i nuovi.

Una cosa che mediante backup manuali, ovviamente, non sarebbe possibile se non ricorrendo a supporti esterni via USB o rete che pero’, in queste condizioni, rischiano di non essere utili perché potrebbero essere a loro volta corrotti.

I backup dei nostri dati, pertanto, sottintendono varie motivazioni pratiche alla base delle quali è necessario, nel proprio ciclo di attività, allocare un certo numero di risorse e di tempo: avere una soluzione di backup automatizzata, di fatto, ci permette di stare più tranquilli nel caso in cui sia avvenuto un problema sui nostri dati, che sia un errore software o hardware oppure un software malevolo come un ransomware.

Il servizio di backup, inoltre, è spesso basato sulla tecnologia cloud: questo perchè in genere non è molto sicuro tenere i backup fisicamente salvati nella stessa “zona” in cui esistono i file ed il database originale, sfruttando ad esempio servizi esterni che permettano di salvarli periodicamente e sulla base di una pianificazione prestabilita (ad esempio: 2 volte al giorno nei giorni lavorativi).

Molti backup, inoltre, possono essere anche multipli, in modo da avere più possibilità di scelta in caso di problemi, possono anche essere salvati su CD o nastro (il quale è un supporto più durevole rispetto ai classici dischi), anche se – ad oggi – si tende a sfruttare il cloud proprio per via della sua versatilità e velocità in caso di disaster recovery. Il cloud, inoltre, risolve anche eventuali problemi di spazio in cui si potrebbe incorrere con i dispositivi tradizionali, avendo a disposizione un vero e proprio hard disk esterno sul quale sarà sempre disponibile una copia integra e funzionante dei nostri dati aziendali.

New call-to-action

Richiedi la tua prova gratuita

Ehi! Stai già andando via?

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle novità dell’universo Criticalcase