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CDN provider per la Cina: perché scegliere Criticalcase

CDN provider per la Cina: perché scegliere Criticalcase

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In un precedente approfondimento abbiamo sottolineato quanto l’estensione internazionale del business porti molte imprese verso il mercato cinese. Tuttavia, l’attrazione verso un mercato enorme (con una capacità di spesa in crescita) potrebbe adombrare le sfide necessarie per raggiungere i propri obiettivi.

Innanzitutto, il mercato cinese si basa su una cultura profondamente diversa dalla nostra, che dovrebbe indirizzare le scelte a livello di marketing e di prodotto; inoltre, le imprese che intendono vendere online in Cina dovrebbero essere consapevoli delle difficoltà, tecniche e di natura burocratica, che separano le proprie intenzioni da raggiungere concretamente il consumatore cinese e offrirgli una user experience che conduca all’acquisto.

CDN provider: quali complessità in un progetto cinese?

È quasi superfluo sottolineare quanto sia necessario affidarsi a un CDN provider (e al relativo network) per ottenere successo commerciale su web. Tuttavia, quando si parla di Cina le cose si complicano, perché i grandi player globali (CDN) non possono operare direttamente nella Cina continentale, ma solo tramite partner locali. Inoltre, qualsiasi impresa al mondo desideri ospitare la propria piattaforma ecommerce in una CDN cinese, deve ottenere una licenza ICP (Internet Content Provider), che viene rilasciata dal Ministero dell’Industria e dell’IT a fronte del soddisfacimento di requisiti stringenti.

In linea di principio, ovviamente soggetto a eccezioni, le imprese occidentali non hanno competenze interne tali da gestire al meglio sia la parte burocratica che quella tecnica relativa all’adozione di CDN cinesi per i propri progetti online. Il rischio, come anticipato, è quello di non riuscire a fornire una buona customer experience causa latenza e packet loss, che di fatto minano il successo dell’iniziativa.

Competenze e partnership: il valore di Criticalcase

Qualsiasi azienda intenda affrontare un percorso di estensione del business verso il mercato cinese deve affidarsi a un partner che possa vantare esperienza, competenze specifiche e che sappia indirizzare l’azienda attraverso tutte le opportunità, le sfide e gli ostacoli di questo cammino.

Criticalcase ha un posizionamento ideale sotto questo profilo, poiché può contare un raro mix di competenze tecniche e di conoscenza dei requisiti normativi del mercato cinese, unito a solide partnership con CDN provider locali, che si fanno carico di minimizzare la latenza, ottimizzare il traffico e, in ultima analisi, di garantire un’esperienza di alto profilo a prescindere dalla distanza tra il server di origine e l’utente.

Criticalcase ha, innanzitutto, un ruolo di indirizzo. La profonda conoscenza del mercato cinese e gli anni di esperienza ci permettono di seguire ogni progetto con un approccio end-to-end, passando dalla gestione della procedura con cui richiedere la licenza ICP all’implementazione delle soluzioni tecniche. Criticalcase può vantare partnership di successo con i principali CDN provider locali, tra cui Tencent Cloud, Alibaba Cloud, China Net Center e Akamai, che si avvalgono di cluster localizzati nella Cina continentale e/o di un approccio Near China, ovvero con PoP in Stati confinanti.

I vantaggi riguardano non soltanto la compliance con l’assetto normativo in essere (si consideri anche il tema del Great Firewall of China), ma anche le performance a livello di delivery dei contenuti web. A tal proposito incidono senz’altro la capillarità e la qualità dei network dei nostri partner, ma anche le tecnologie e le attività integrate nei nostri servizi di China CDN, tra cui l’ottimizzazione in tempo reale del routing e delle connessioni TCP, laddove quest’ultima è finalizzata a ridurre i round trip e accelerare la delivery dei contenuti web.

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China CDN, i consigli degli esperti per una UX eccellente

China CDN, i consigli degli esperti per una UX eccellente

Per molti brand, l’ingresso nel mercato cinese rappresenta una tappa essenziale del proprio percorso di crescita. Con un più di un miliardo di Internet user (il 70,9% della popolazione), un tempo trascorso online superiore alle cinque ore quotidiane (Hootsuite/We are Social) e una prospettiva di raggiungere gli 1,2 miliardi entro il 2026 (Statista), il mercato online cinese è una destinazione preferenziale per i brand di tutto il mondo, Made in Italy incluso.  

Un mercato attraente, ma anche molto lontano

Una strategia vincente d’ingresso sul mercato cinese presuppone una profonda conoscenza delle peculiarità del mercato di destinazione, siano esse culturali, di business, tecniche, fiscali e regolamentari. L’ingresso nel mercato cinese, sia pur attraverso un’attività online, non può essere in alcun modo improvvisato: il consumatore cinese ha abitudini diverse dalle nostre, la sua cultura è tanto affascinante quanto lontana da quella occidentale, i processi d’acquisto differiscono dai nostri, i social non sono gli stessi (WeChat è l’applicazione indiscussa) e hanno creato customer journey assolutamente inediti.  

Tra gli ostacoli all’ingresso nel mercato online ci sono quelli di natura tecnica, che non si limitano al notissimo Great Firewall of China (GFoC) e alla sua attività di controllo di tutti i contenuti esposti ai cittadini cinesi all’interno dei propri confini. Questa attività influisce pesantemente sul tema di performance e va considerato assieme alla distanza fisica che solitamente si affronta se si considerano origin SAAS localizzate al di fuori della Cina, ed è per questo che qualsiasi brand occidentale dovrebbe valutare l’impiego di una CDN con forte presenza in Cina 

China CDN, perché è un fattore critico di successo

Com’è noto, la user experience di qualsiasi servizio web (contenuti delle pagine, immagini, streaming video…) è condizionata dalle performance dello stesso. Gli utenti chiedono che le pagine degli e-commerce si aprano in una frazione di secondo, che il video on-demand si avvii istantaneamente, che abbia una qualità stabile e che i pagamenti online avvengano senza ritardi. Le prestazioni del server e la distanza tra questo e gli utenti hanno un impatto enorme sulle prestazioni percepite, e quindi sulla user experience. UX che poi si traduce in vendite, fidelizzazione o, al contrario, in un incremento del tasso di abbandono. Questo è precisamente il motivo per cui tutti i brand del mondo usano le Content Delivery Network, spesso integrandole in evolute strategie Multi-CDN.

Per avere successo in Cina con un’attività online bisogna garantire esperienze di qualità, e per questo il consiglio è di affidarsi a una China CDN, cioè a una CDN i cui Point of Presence – i cluster che ospitano e distribuiscono i contenuti – sono ubicati in maniera massiva all’interno della Cina continentale. Utilizzare un servizio CDN occidentale senza uno sbocco sul mercato cinese non è sufficiente per soddisfare le aspettative del pubblico locale. Visto che entrare in Cina con una propria rete CDN è un’impresa ardua (se non impossibile), i provider globali operano in Cina attraverso una rete di partner locali.  

Diverse sfide tecniche e burocratiche

Si è detto che, nel percorso di estensione del business, è sempre consigliabile adottare una Content Delivery Network con PoP (Point of Presence) capillarmente distribuiti nella Cina continentale. Tuttavia, il tema non è semplice da affrontare per via di diverse sfide tecniche e regolamentari esclusive del mercato cinese, che, peraltro, suggeriscono alle imprese occidentali di affidarsi a partner con competenze specifiche.  

Innanzitutto, l’architettura della rete internet cinese è unica nel suo genere. Tre ISP (China Unicom, China Telecom e China Mobile) controllano tutto il traffico web e, a causa del peering locale tra le loro reti, introducono spesso perdita di pacchetti e latenza, che com’è noto sono i nemici giurati della user experience. Ecco perché è consigliabile adottare una China CDN dotata non soltanto di notevole distribuzione dei PoP all’interno del territorio cinese, ma anche con presenza sulle reti di tutti gli ISP, così da eliminare il problema indotto dal peering. Una CDN in partnership con gli ISP locali contribuisce effettivamente alla riduzione di errori e latenza, accelerando il caricamento delle pagine e l’avvio dei servizi, per una UX di alto livello. 

Per operare in Cina è necessaria una licenza ICP

Adottare una China CDN performante presuppone il soddisfacimento di requisiti legali, che la Cina impone a tutti coloro che vogliono ospitare i propri contenuti all’interno di server ubicati nel loro territorio. La complessità del tema, che comunque sintetizziamo, consiglia anche in questo caso di rivolgersi a un partner specializzato, che possa affiancare l’azienda non soltanto nell’implementazione tecnica, ma anche nella gestione di tutte le pratiche burocratiche del caso.

In particolare, per operare in Cina è necessaria una licenza ICP (Internet Content Provider), rilasciata dal Ministero dell’Industria e dell’IT. Per quanto ne esistano di diversi tipi, in ogni caso esse consentono alle piattaforme online di essere ospitate su server o CDN ubicati nella Cina continentale. Qualora lo scopo della presenza online sia commerciale (e-commerce), la richiesta può essere fatta unicamente da un’azienda locale o da una joint venture con componente estera di minoranza. I tempi tecnici di rilascio della licenza vanno dai due ai tre mesi, e in caso di assenza gli ISP locali provvedono al blocco dell’intera presenza online. Occorre sottolineare che, ovviamente, una licenza ICP non preclude il controllo da parte del Great Firewall, aspetto per cui sono richieste interazioni con providers riconosciuti dal governo cinese.  

Un’alternativa consiste nell’impiego delle cosiddette CDN con mappe Near China, ovvero reti di distribuzione dei contenuti i cui PoP non sono all’interno del territorio continentale cinese ma negli Stati limitrofi. A livello di hosting, un’alternativa frequentemente impiegata è Hong Kong, data la vicinanza con il territorio cinese. Il consiglio degli esperti è quello di limitare l’impiego di reti “Near-China” ai casi in cui non sia possibile ottenere una licenza ICP facendo leva quindi sull’avvicinamento dei contenuti all’utente cinese ed al miglioramento del routing verso l’origin. 

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CINA: È IN ORIENTE IL FUTURO DEL DIGITALE?

CINA: È IN ORIENTE IL FUTURO DEL DIGITALE?

Tecnologia e occhi a mandorla vanno a braccetto: la Cina come nuova frontiera digitale

Recenti ricerche indicano la Cina come la nuova frontiera digitale: un mercato in continua crescita per la vendita di prodotti e servizi da parte del mondo occidentale, ma anche un luogo dove stanno emergendo nuovi modelli di business, tecnologia e consumo destinati a diffondersi e ad affermarsi nell’intero panorama mondiale. La Cina si trova nelle prime posizioni per quanto riguarda gli investimenti in nuove tecnologie, come realtà virtuale, robotica, droni, intelligenza artificiale, veicoli a guida autonoma. Ma non solo, in questo Paese si concentrano le più alte transazioni e-commerce e mobile. La Cina detiene il primato anche sulle startup di valore, 1/3 delle quali fattura oltre un milione di dollari l’anno.

Inoltre, è proprio in Cina che sono presenti tre colossi di internet a livello internazionale: Alibaba, Baidu e Tencent. La trasformazione digitale della Cina sta avendo forti impatti positivi sull’economia del Paese e il governo sta cercando di innovare i modelli di business poco produttivi presenti, basati sul basso costo del lavoro e dei capitali, in favore di una politica orientata verso l’Industria 4.0. Lo scopo è quello di investire sull’adozione di sistemi cibernetici, tecnologie di Cloud Computing e Internet of Things e connettere in tempo reale dati, fabbriche intelligenti e progettisti per ottimizzare la produttività nell’intera catena di valore industriale. Gli investimenti delle aziende stanno crescendo anche in ambito Ricerca & Sviluppo e Intelligenza Artificiale, con il grande vantaggio di poter sfruttare una vasta quantità di dati data la numerosità della popolazione. In futuro il Paese potrebbe diventare leader mondiale in AI e applicazioni per la produttività ed entro il 2020 il governo prospetta lo sviluppo di una vera e propria AI cinese.

Rispetto ai paesi occidentali, la Cina primeggia nel settore del commercio elettronico con un’incidenza del 35% sul mercato globale. E’ interessante come si differenzia dai paesi industrializzati per le modalità di consumo dei propri utenti. I cinesi preferiscono di gran lunga fare acquisti da mobile e ricercano più servizi ed esperienze che semplici prodotti. Non visitano i siti dei marchi ma utilizzano marketplace o social app per scoprire cosa gli interessa e completare i propri acquisti, in modo facile e divertente.

Per quanto riguarda la questione esportazioni, la Cina è un mercato ancora poco sfruttato dall’Italia (solo 1% di export), ma recentemente si stanno aprendo nuove vie logistiche di accesso (“la nuova via della seta”), per cui in futuro sarà sempre più semplice scambiare rapporti commerciali con l’Oriente. Non c’è dubbio che le imprese italiane potranno sfruttare meglio questo mercato ancora inesplorato, soprattutto se si pensa alle prospettive di crescita economica che interessano paesi come la Cina, caratterizzati da potenzialità di sviluppo notevoli rispetto ai paesi industrializzati occidentali. I consumi registrano un aumento significativo, e continueranno a crescere soprattutto nelle aree periferiche, le cosiddette città di terzo livello.

Attualmente considerato il più grande mercato di sbocco per i paesi occidentali, la Cina sarà quindi teatro di una continua e significativa crescita economica ed innovazione tecnologica, e avrà un ruolo strategico crescente nell’ambito del mondo digitale e dello sviluppo di nuovi modelli di business.

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