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Business continuity service: come riconoscere un partner eccellente

Business continuity service: come riconoscere un partner eccellente

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Tempo addietro, Gartner fornì una stima del costo del downtime per una grande azienda. Pur mettendo in conto inevitabili oscillazioni tra un caso e l’altro, gli analisti giunsero alla conclusione che un solo minuto di interruzione dell’operatività potesse costare 5.600 dollari. Per questo, una corretta strategia di business continuity e di mitigazione del rischio è essenziale nelle attività economiche moderne.

Business Continuity Service: di cosa si tratta

Data la necessità di essere resilienti di fronte a molteplici fonti di rischio, tra cui molte legate all’infrastruttura tecnologica, sempre più aziende si affidano a un business continuity service. In altri termini, si rivolgono a un partner esterno con competenze ad hoc per definire in modo strategico e operativo il piano di continuità aziendale.

Il business continuity plan (BCP) non ha la stessa valenza operativa di un disaster recovery, ma è una pianificazione di alto livello di tutti i rischi cui l’azienda è soggetta, con contestuale formulazione di piani di risposta finalizzati a non interrompere l’operatività anche di fronte a eventi imprevisti come il guasto a un server, un’alluvione, un blackout, un calo di tensione o un terremoto.

L’importanza dell’analisi e dell’approccio strategico

Chi offre un business continuity service si concentra di solito sugli aspetti tecnologici della propria offerta: le certifiche dei data center di cui si avvale, i livelli di servizio e il tipo di assistenza offerta.

Non c’è dubbio che la parte tecnologica sia fondamentale, ma ciò che contraddistingue i migliori business continuity services è la capacità di analizzare il rischio con precisione e competenza, traducendo l’esito delle analisi in una strategia personalizzata che tenga in considerazione le caratteristiche distintive di ogni azienda e di ogni processo.

Quando si tratta di processi core, è di solito necessaria una continuità assoluta, per quanto questo comporti definire strategie ad hoc, con asset dedicati e costi solitamente elevati. D’altra parte, i processi che non incidono direttamente sul business possono essere gestiti con altre strategie e a costi inferiori. La vera abilità del partner sta nell’analizzare la situazione in modo olistico, rilevare i sistemi coinvolti e identificare soluzioni efficaci a tutela dei vari processi.

Business continuity o disaster recovery?

In quest’ambito, è importante sottolineare la differenza tra un business continuity service, il disaster recovery e il backup, che di fatto sono elementi della strategia di cui sopra e devono essere attentamente bilanciati per garantire la continuità dei processi.

In altri termini, backup e disaster recovery fanno parte del business continuity service e vanno declinati in funzione delle esigenze di ogni processo. La ricerca della continuità assoluta per tutti i processi aziendali non è un’opzione efficiente: se è vero che le comunicazioni e i pagamenti (a titolo d’esempio) non devono mai interrompersi, in molti casi è possibile tollerare una breve interruzione di un sistema dipartimentale (CRM…) senza che ciò abbia un impatto diretto sui risultati di business.

L’approccio Criticalcase alla business continuity

Criticalcase vuole essere il partner fidato con cui rafforzare il business, non soltanto in termini di performance, ma anche di resilienza.

I nostri business continuity service si basano su un mix coerente di competenze specialistiche, su asset robusti come il network di data center proprietari certificati Tier III e su partnership tecnologiche con i principali Vendor di soluzioni enterprise per il backup e il disaster recovery.

Soprattutto, l’azienda è in grado di indirizzare il Cliente verso il corretto bilanciamento tra la protezione del processo e il costo della business continuity, che ogni azienda è tenuta a ottimizzare. Il risultato è un partner in grado di gestire a 360 gradi il tema della business resilience, sia a livello strategico che con soluzioni solide, moderne ed efficienti a tutela del presente e del futuro del business.

Infine, ma non per importanza, suggeriamo di scaricare e consultare il nostro White Paper sul tema della protezione degli asset e dei sistemi nell’era del cloud. Nel documento, approfondiamo le sfide del business moderno, spieghiamo come affrontarle e proponiamo il cloud come soluzione per un business resiliente e di successo.

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Cyber resilience: quando un’azienda lo è davvero?

Cyber resilience: quando un’azienda lo è davvero?

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L’evoluzione delle minacce rende oggi impossibile disporre di protezioni durature contro gli attacchi informatici facendo crescere la necessità di adottare approcci più organici, orientati alla cyber resilience. Al di là della capacità di dispiegare mezzi tecnici aggiornati per difendere reti, dati e sistemi aziendali, la cyber resilience richiede competenze e l’adozione di pratiche che spaziano dalla business continuity, alla data security, passando per la formazione delle persone.

5 aspetti che rendono un’azienda cyber resiliente

Come puoi approfondire nel white paper “Sicurezza e resilienza delle infrastrutture IT”, la capacità di resistere agli attacchi generalizzati oppure mirati del cybercrime deve comprende le pratiche utili per garantire la resilienza organizzativa, minimizzare i rischi di fermo operativo e di perdita di dati con ciò che ne può conseguire a livello di danni economici e reputazionali verso clienti, fornitori e partner commerciali. Vediamo di seguito, in sintesi, le cinque aree d’impegno per la cyber resilience aziendale.

☑ Gli assesment periodici del rischio

Per la cyber resilience serve innanzitutto fare assessment periodici del rischio per avere piena conoscenza delle vulnerabilità aziendali in funzione dell’emergere di nuove minacce, ma anche dei cambiamenti che avvengono continuamente in azienda in seguito all’introduzione di nuovi sistemi, applicazioni, processi o dell’organizzazione. Va da sé che serva aggiornare di conseguenza i piani d’intervento per essere pronti a reagire in caso d’attacco.

☑ L’adeguamento delle protezioni su reti e sistemi

La conoscenza dei rischi deve guidare l’adeguamento delle linee di difesa: dalle policy dei firewall a protezione della rete, ai software antivirus/antimalware e di endpoint protection sui sistemi.

La cyber resilience si avvantaggia inoltre di strumenti capaci di rilevare, segnalare, bloccare automaticamente attività sospette, quali gli intrusion detection system e i security information and event management. Le connessioni di rete che escono dal perimetro aziendale vanno opportunamente protette con VPN e crittografia.

☑ Aggiornamenti del software applicativo e dei sistemi d’accesso

Altro punto importante per la cyber resilience è l’utilizzo di software aggiornati, cosa più facile a dirsi che a farsi in presenza di ambienti legacy o applicazioni mal documentate che fanno uso di librerie open source, nelle quali possono essere presenti vulnerabilità già note, sfruttabili dagli attaccanti.

Nelle situazioni in cui le applicazioni aziendali devono aprirsi a utenti esterni, integrarsi con il cloud e siti online devono essere rivisti sistemi di directory e protezione degli accessi.

☑ La tutela dei dati aziendali importanti e critici

I dati sono linfa vitale del business, l’indisponibilità va evitata in ogni modo attraverso l’impiego della sincronizzazione remota, del backup e del disaster recovery, metodi resi più accessibili grazie ai servizi erogati in cloud.

Pur difendendo l’azienda da minacce gravi, come il ransomware, non garantiscono dalle perdite d’informazioni sensibili per il business o per la privacy delle persone. La cyber resilience richiede il monitoraggio continuo di reti e sistemi, unitamente alla capacità di rilevare i data-leak per fermarli rapidamente e adempiere agli obblighi di legge (es. GDPR) per non incorrere in pesanti sanzioni.

☑ La formazione degli utenti e del personale tecnico

Il social engineering è una tra le insidie di security tra le più insidiose perché consente ai cyber criminali di superare le difese digitali migliori, sfruttando l’ingenuità delle persone e la conoscenza dei processi informali in uso.

La cyber resilience richiede che tutti gli utenti aziendali siano a conoscenza delle buone pratiche di sicurezza, per esempio, non aprendo i link o gli allegati e-mail sospette o non usino password banali o replicate identiche su account diversi, non aziendali. Allo stesso modo, è importante la formazione continua di amministratori IT e security manager sull’evoluzione delle minacce e, in mancanza di professionalità adatte, affidarsi a partner esterni in grado di garantire sia le competenze sia le risorse per reagire prontamente a un attacco.

La cyber-resilienza è un modello che riunisce i processi di business continuity, pratiche di data security, resilienza organizzativa e offre una soluzione efficace e concreta al crimine informatico.

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La business continuity spiegata con un esempio concreto

La business continuity spiegata con un esempio concreto

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Business sempre più digitali non possono subire interruzioni o rallentamenti nel funzionamento dei sistemi, motivo per cui non si può oggi trascurare la business continuity. L’esempio ce lo ha dato la recente pandemia, dove soltanto le aziende più preparate hanno saputo reagire all’emergenza, adattandosi alla contingenza del lavoro remoto e delle relazioni digitali, facendo fronte a carichi di rete ed elaborativi imprevisti, riuscendo sia a garantire la business continuity sia ad approfittare delle occasioni del mercato.

Un esempio di business continuity per la gestione di picchi imprevisti

I migliori esempi di business continuity ci vengono offerti dalle aziende che hanno mostrato la capacità di garantire l’operatività aziendale e servizi ai clienti nei momenti critici. La recente pandemia ha messo a dura prova i servizi digitali non solo delle realtà direttamente coinvolte nell’assistenza alle persone, ma anche in quelle della distribuzione alimentare, del retail, delle consegne porta a porta e altre, con carichi per i sistemi IT in crescita esponenziale.

Un problema esteso anche le aziende dell’intrattenimento, sollecitate dal repentino cambiamento delle abitudini delle persone, limitate negli spostamenti e nelle attività outdoor e con più tempo da trascorre in casa con la famiglia. Per molte aziende del gioco online, ha rappresentato l’occasione ghiotta per far conoscere meglio i propri servizi e sviluppare nuovo business, a patto di non restare a corto con le risorse.

È questa la situazione in cui si è trovata Microgame, società fornitrice della piattaforma tecnologica per molti operatori di giochi online, alle prese con i problemi di business continuity causati dall’assalto di nuovi utenti.

Cyber attacchi e incidenti informatici: hai adottato tutte le contromisure? Leggi di più!

La business continuity vista dalla prospettiva Microgame

Microgame si è trovata nei mesi passati a dover scalare rapidamente le proprie capacità di servizio per garantire le prestazioni e la continuità del business. Chi gioca online si aspetta qualità impeccabile e totale sicurezza pena il passaggio su altre piattaforme: “Questo significa garantire velocità, disponibilità e affidabilità superiori rispetto ai concorrenti”, spiega Francesco Lauro, CTO di Microgame.

Prestazioni quali i bassi tempi di caricamento delle pagine Web e l’esperienza interattiva di gioco da garantire ai ben 650 mila account supportati dalla piattaforma Microgame, sulla quale ogni anno effettuano 160 milioni di transazioni. Una sfida fondamentale anche sul piano della cybersecurity a fronte dei rischi che i sovraccarichi dei sistemi potrebbero causare, per esempio, blocchi nei pagamenti o esposizioni di vulnerabilità.

Una sfida che Microgame ha affrontato con l’aiuto delle soluzioni Akamai e dell’esperienza nei servizi in cloud di Criticalcase e che ha portato a ottenere, in poche settimane di lavoro, la scalabilità necessaria alla business continuity, evitando il collasso dell’infrastruttura durante il raddoppio del traffico che la società ha sperimentato durante i lockdown.

I dettagli realizzativi di un progetto di successo

Il progetto che ha garantito la business continuity di Microgame è basato sull’ottimizzazione dell’infrastruttura attraverso l’impiego di componenti Akamai per accelerare la risoluzione dei DNS e staticizzare a livello di edge i contenuti erogati attraverso il cloud. Una soluzione resa possibile grazie alla collaborazione e all’esperienza di Criticalcase, provider dei servizi in cloud utilizzati da Microgame. In pochi giorni Microgame ha potuto integrare 50 siti clienti in Edge DNS e in Dynamic Site Accelerator, configurando l’Akamai Control Center in modo da poter sfruttare le funzionalità a disposizione.

La soluzione ha permesso di assorbire senza problemi il raddoppio del traffico generato dagli utenti. “Ci ha messo in grado di ridurre del 60% il carico sulla nostra infrastruttura e ridurre i tempi di caricamento delle pagine del 50% – precisa Lauro –, permettendo ai clienti di poter supportare siti di gioco più dinamici, con tanti contenuti”.

Oltre agli scopi di business continuity, il progetto ha ridotto i tempi di caricamento delle pagine più ricche di contenuti statici del 55% (in media), offrendo un’esperienza migliore ai giocatori. I contenuti dinamici e in streaming si avvantaggiano invece della maggiore larghezza di banda che resta a disposizione. “I nostri clienti hanno ottenuto miglioramenti della velocità dei siti con impatti positivi sull’acquisizione e fidelizzazione dei giocatori”, conclude Lauro.

Vuoi saperne di più sul progetto MicroGame? Leggi qui il case study completo!

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COME FUNZIONA LA TECNOLOGIA RAID – DISK MIRRORING

COME FUNZIONA LA TECNOLOGIA RAID – DISK MIRRORING

RAID è un acronimo inglese che sta per Reduntant Array of Inexpensive Disks, ovvero l’insieme ridondante di dischi indipendenti.

In pratica, il RAID permette al controller, che gestisce le unità di archiviazione dati, di suddividerli fra i diversi dischi presenti. Il RAID permette di gestire i dati in modo da aumentare le prestazioni e la sicurezza, tramite l’uso di più hard disk in parallelo.

L’architettura Mirrored/RAID nei datacenter di Criticalcase

Vantaggi principali di RAID consistono nel miglioramento delle performance ma soprattutto nello scongiurare perdite di dati e down operativi.

L’architettura scelta per i nostri storage viene chiamata Mirrored poiché prevede una copia speculare dei dati in due distinte pile di dischi.

Il vantaggio di questa scelta è di fornire contemporaneamente maggiore resilienza ed il doppio delle performance. Configurato il sistema correttamente si può fare in modo che eventuali danni su uno o più dischi non portino alla perdita delle informazioni. Inoltre, le unità danneggiate saranno sostituite senza causare l’interruzione del servizio.

Architettura Mirrored: Resilienza

Tutti i dischi nelle pile (costituite da dischi e controller) sono organizzati in sistemi Raid, rendendo remota la probabilità di compromissione di una pila. Ma anche in caso di rottura di una pila il servizio può rimanere in piedi ed il dato integro poiché copiato su una seconda pila.

I canali iScsi sono gestiti da switch datacenter indipendenti e ridondati garantendo anche in caso di fallimento di uno di essi l’erogazione del servizio. Tutte le LUN presenti sugli storage Datacore sono soggette a snapshot automatico con retention di 7 giorni *

*le snapshot non sostituiscono un sistema di backup in quanto la loro integrità dipende dalla LUN dalla quale sono originate

Architettura Mirrored: Performance

Le due pile che condividono la stessa copia del dato erogano il servizio entrambe in modalità attiva. A parità di capacità gli storage erogano il doppio degli IO. Inoltre, ogni controller è dotato di grandi quantità di RAM (da 256GB in su a seconda dell’installazione) che viene utilizzata come cache in lettura e scrittura permettendo performance elevatissime in caso di hit nella cache. I canali iScsi e di mirror possono erogare fino a 100Gbit di banda per ciascuna pila.

Architettura Mirrored: schema

Il Tiering

Il tiering permette di avere i dati su dischi diversi ed è un modo intelligente di abbassare i costi senza rinunciare alle performance. Datacore fornisce un sistema di tiering automatico, ovvero è in grado di spostare dinamicamente i dati (a livello di blocco) che più frequentemente vengono acceduti su un tier più veloce e viceversa i dati non utilizzati su un tier capacitivo. L’algoritmo in questo caso è adattativo.

Tipologia di storage nei datacenter Criticalcase

L’infrastruttura di Criticalcase è completamente ridondata, i 7 datacenter Enterprise europei di Tier III e IV, certificati ISO 27001 e 9001 con SLA al 99,99%. Sorveglianza e supporto tecnico on-site 24x7x365 e assicura la continuità del servizio al 99.99%. Inoltre Criticalcase è Autonomous System (AS48815), pertanto garantisce totale flessibilità di gestione e assegnazione delle classi IP.

Criticalcase fornisce 4 tipi di storage Enterprise, tutti caratterizzati da architettura Mirrored.

Gli storage si distinguono per performance e prezzo crescenti:

  • Iron: storage capacitivo, costituito da dischi SAS e consigliato quando la velocità non è determinante
  • Silver: storage bilanciato senza SSD. Vengono usati SAS da 10k RPM e capacitivi con tiering automatico
  • Gold: storage bilanciato con SSD. Vengono usati SSD datacenter level e capacitivi con tiering automatico (50% SSD e 50% capacitivo)
  • Platinum: storage full SSD con SSD datacenter level
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DATA CENTER PER LA BUSINESS CONTINUITY

CALCOLIAMO IL TCO: CLOUD VS INFRASTRUTTURA ON PREMISE

Quando si parla di servizi online, siano essi in cloud o mediante macchine virtualizzate, si sente spesso parlare del rapporto tra business continuity e data center. In questi termini, al di là di quanto la questione sia a volte posta in termini piuttosto astratti (o, peggio, del tutto incomprensibili ai non “addetti ai lavori”), è fondamentale chiarire la priorità assoluta che la tecnologia dei data center dovrebbe garantire.

Questo serve ad uno scopo ben preciso, che è quello di per poter determinare un livello di qualità ottimale del servizio erogato dall’azienda che, volta per volta, li gestisce, li possiede o decide eventualmente di acquistarli da terzi. Del resto se il risk management (ovvero: gestione del rischio) viene studiato approfonditamente anche nelle aule universitarie, ciò avviene proprio perché le aziende esprimono tale domanda in modo sempre più compatto, per quanto a volte abbiano bisogno della guida di un esperto per poter trovare la quadra.

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Un data center, alla prova dei fatti, non è altro se non un centro elaborazione dati: il cuore dell’attività che effettuano i servizi di hosting di alto livello e di ogni genere. Esso in genere risiede proprio in enormi stanzoni che possono trovarsi nella sede principale dell’azienda o in località esterne, a volte addirittura sottoposti a sorveglianza da parte di personale specializzato. Il più delle volte tale struttura è organizzata in rack di server, ovvero degli “armadi” in cui le varie macchine vengono incassate, collegate tra loro e programmate/gestite dai sistemisti, figura di riferimento assoluta in questo ambito.

I singoli server collegati tra loro si possono inoltre controllare, in genere, sia direttamente (il che avviene nel caso di reset, riavvi o alcuni tipi di aggiornamenti) che mediante eventuali controllo da remoto, garantendo così il massimo della flessibilità all’operatore. Operatore che spesso è chiamato (a volte in orari del tutto imprevedibili) ad interventi complessi quanto necessariamente tempestivi. Ed è proprio qui che entra in gioco l’idea della business continuity (traducibile in italiano come “continuità operativa”) quale parametro imprescindibile da ottimizzare.

La business continuity, d’altro canto, si esplica nella capacità potenziata, e garantita a qualsiasi livello, di poter continuare ad erogare il servizio – anche in condizioni critiche o nella malaugurata ipotesi di danni, incidenti e così via. Al di là di quello che comporta ad un primo, ovvio, sguardo relativo alla sicurezza (leggasi: evitare di perdere i propri dati per sempre), la business continuity è fondamentale per mantenere un’immagine adeguata dell’azienda dall’esterno, evitando di ricevere critiche eccessiva da parte degli utenti insoddisfatti. Un mix di buon marketing e di garanzie tecniche, insomma, a cui nessuna realtà che opera nel web dovrebbe essere esclusa o, peggio ancora, sentirsi assurdamente esente.

Come già rimarcato in un nostro precedente articolo, del resto, la business continuity è un concetto più esteso del più familiare data recovery, perchè implica non solo la possibilità di erogare sempre e comunque il servizio, ma anche quello di poter recuperare i dati e di poter, in definitiva, disporre di adeguate procedure a livello strategico, operativo e tattico.

Una volta ribadita l’importanza della business continuity, in che modo un buon data center può fare in modo di garantirla? A livello ingegneristico ciò avviene in due modi diversi:

 da un lato equipaggiando l’infrastruttura con un adeguato livello di macchine elettriche in grado di garantire una tensione costante in caso di sbalzi o mancanza di corrente (quindi, ad esempio, gruppi di continuità),

 dall’altro mediante sistemi di backup che sia ridondanti ovvero presenti in multipla copia, eventualmente anche in cloud o su macchine virtualmente inaccessibili da eventuali intrusi o malware.

In questo discorso, poi, rientrano vari requisiti sull’efficientamento energetico, in modo tale da evitare sprechi e garantire, a livello di servizio, la massima efficienza e sicurezza per i clienti e per gli operatori del data center.

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BACKUP AZIENDALI: IMPORTANTI QUANTO SOTTOVALUTATI

BACKUP AZIENDALI: IMPORTANTI QUANTO SOTTOVALUTATI

Svariati rapporti tecnici sulla cyber security evidenziano che le minacce più diffuse sono relative ancora oggi ai virus ed ai malware, con particolare riguardo ai ransomware: questa forma di attacco informatico è particolarmente insidiosa quanto, in molti casi, sottovalutata.

Ransomware: i virus più diffusi e rischiosi per le aziende

Tra i vari virus, i ransomware sono particolarmente pericolosi, perchè sono in grado di criptare e rendere inutilizzabili i file del nostro computer e di quelli di altri eventuali dispositivi in rete, minacciando di cancellare tutto per sempre, e ponendo il dilemma se pagare o meno il riscatto.

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Non penseremmo mai troppo, a priori, ad una minaccia del genere (con l’annessa possibilità di perdere tutti i nostri dati, ad esempio quelli relativi alla fatturazione aziendale) se non quando è purtroppo già successo, magari per colpa di un semplice click su un link malevolo contenuto in una mail ingannevole ricevuta. Nel caso dei ransomware, infatti, una volta che il danno è fatto, non è solitamente reversibile – a meno che non si abbiano delle copie di backup dei dati fatte in precedenza.

Soluzioni di backup: salvare integralmente lo stato del sistema

Per venire incontro a questo genere di problematiche una politica di backup aziendali è fondamentale: ed è anche chiaro che dare questa responsabilità ai propri dipendenti o collaboratori è spesso impraticabile per una serie di ragioni. Prima di tutto per una questione di tempo, che deve essere dedicato alla produttività e non a questioni tecniche; poi anche per un problema di perizia, dato che non sempre è agevole o possibile salvare i propri dati mentre ci si sta lavorando.

Lo scopo principale di un backup è quello di creare una copia, aggiornata all’ultima versione disponibile, di un dato o di un insieme di dati: un insieme di documenti condivisi, le nostre fatture elettroniche, un sito web o un blog, il codice che fa funzionare un’app da noi realizzata, le email inviate e ricevute dai dipendenti e così via. Nella maggior parte dei casi questi dati sono già protetti da protocolli di rete come HTTPS e da vari livelli di autenticazione, come ad esempio password e codici OTP sul telefono. In molti casi, però, questo non basta: sia perchè la rete aziendale magari non è abbastanza protetta, sia perché ogni giorno vengono scoperte nuove falle informatiche.

A che cosa servono i backup

L’utilità di disporre di un backup esce fuori soltanto quando le cose si mettono male, tipicamente: il senso del disporre di un backup automatizzato e fatto periodicamente è esattamente questo. La procedura del cosiddetto recovery dei dati, nello specifico, permette di ripristinare all’istante lo stato del sistema (i file, il database, il sito, ecc.) al momento esatto in cui esisteva una copia di backup integra, quindi rimuovendo i vecchi dati e sostituendoli con i nuovi.

Una cosa che mediante backup manuali, ovviamente, non sarebbe possibile se non ricorrendo a supporti esterni via USB o rete che pero’, in queste condizioni, rischiano di non essere utili perché potrebbero essere a loro volta corrotti.

I backup dei nostri dati, pertanto, sottintendono varie motivazioni pratiche alla base delle quali è necessario, nel proprio ciclo di attività, allocare un certo numero di risorse e di tempo: avere una soluzione di backup automatizzata, di fatto, ci permette di stare più tranquilli nel caso in cui sia avvenuto un problema sui nostri dati, che sia un errore software o hardware oppure un software malevolo come un ransomware.

Il servizio di backup, inoltre, è spesso basato sulla tecnologia cloud: questo perchè in genere non è molto sicuro tenere i backup fisicamente salvati nella stessa “zona” in cui esistono i file ed il database originale, sfruttando ad esempio servizi esterni che permettano di salvarli periodicamente e sulla base di una pianificazione prestabilita (ad esempio: 2 volte al giorno nei giorni lavorativi).

Molti backup, inoltre, possono essere anche multipli, in modo da avere più possibilità di scelta in caso di problemi, possono anche essere salvati su CD o nastro (il quale è un supporto più durevole rispetto ai classici dischi), anche se – ad oggi – si tende a sfruttare il cloud proprio per via della sua versatilità e velocità in caso di disaster recovery. Il cloud, inoltre, risolve anche eventuali problemi di spazio in cui si potrebbe incorrere con i dispositivi tradizionali, avendo a disposizione un vero e proprio hard disk esterno sul quale sarà sempre disponibile una copia integra e funzionante dei nostri dati aziendali.

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COME FARE IL BACKUP DI UN SITO WORDPRESS

COME FARE IL BACKUP DI UN SITO WORDPRESS

La maggior parte dei siti moderni tende ad utilizzare WordPress, un CMS e blog open source ormai consolidato a livello di fama e di facilità d’uso; questo si è riflesso soprattutto a livello dei principali competitor in ambito open source, surclassando alternative come Joomla! (in precedenza molto più diffuse) e finendo per confinare le stesse, se vogliamo, in nicchie di mercato abbastanza specifiche.

Con WordPress, del resto, chiunque riuscirà a mettere in piedi, senza eccessive competenze tecniche, il proprio sito aziendale o personale: ma rimarrà comunque il problema, che molti sottovalutano, di pianificare dei backup.

Ai backup, in effetti, in genere non si pensa: quando servono, tuttavia, potrebbe essere già troppo tardi per farne uno.

come fare backup con wordpress

L’esigenza di fare dall’inizio, per qualsiasi sito, delle copie di sicurezza, infatti, si scontra spesso con il poco tempo a disposizione, o magari con priorità di altro genere (sia a livello di impegni personale e aziendale) e, nel caso peggiore, con la sostanziale imperizia da parte dell’operatore che lavora sul sito. Il problema si può risolvere in maniera brillante e senza per forza essere dei tecnici, ed è quello che provermo a descrivere in seguito.

Ci sono diversi modi per fare un backup in WordPress, e pochi sanno che è anche possibile automatizzare il processo e, almeno in parte, non doverci più pensare in seguito.

Backup manuale

Il modo più semplice per fare un backup è suddiviso in due fasi: nella prima andiamo a scaricare una copia di tutti i file del nostro sito all’interno di un altro computer (il nostro, ad esempio), accedendo alla cartella principale (root) mediante FTP. Nella seconda fare, poi, andremo a farci una copia del database MySQL, esportandolo in formato testo (oppure in archivio ZIP se fosse di dimensioni molto grosse). Due fasi che sono necessarie a tenere da parte una copia di backup del sito da ripristinare all’occorrenza, e che nel caso di operazione eseguita a mano pone, per la verità, più di un problema.

Prima di tutto, infatti, questa operazione richiede del tempo per essere eseguita (a meno che il sito non sia piccolissimo, sui siti di dimensione medio-grande ci vuole almeno un’oretta per completare il tutto), tempo che potrebbe essere impiegato in attività diverse. Del resto non tutti, lo ricordiamo, hanno un reparto tecnico full-time a disposizione.

Secondo aspetto critico è che l’operazione di backup andrebbe eseguita periodicamente, in quando dovrebbe riflettere i cambiamenti che facciamo nel sito, l’aggiunta di eventuali plugin, il cambio di un theme o la scrittura o modifica di contenuti. Per venire incontro a questo tipo di esigenze, WordPress mette a disposizione vari tipi di plugin, che potete installare dal repository ufficiale del CMS (https://it.wordpress.org/plugins/) oppure cercare direttamente, con account amministratore, dal menù interno del sito (cliccando prima su Plugin, poi su Aggiungi): in questa sede ne vedremo due, in particolare.

Backup automatico

BackupWordPress – senza dubbio uno dei più semplici da utilizzare: basta un click e permette di effettuare copia dei file (che verranno compressi in formato ZIP) e del database del proprio sito. La copia di backup sarà posta, di default, all’interno della cartella locale del proprio sito web, pronta ad essere scaricata e messa da parte in caso di emergenza. I backup, in questo caso, possono essere anche pianificati – ad esempio un backup automatico a settimana.

UpdraftPlus – Uno dei migliori plugin per la gestione dei backup, che presenta più opzioni del precedente e permette, soprattutto, di collegare un account Dropbox o Google Drive e salvare i propri backup in remoto. Una funzionalità molto comoda, in effetti, dato che potremo pianificare anche qui i backup e spedirli, a seconda della nostra volontà, sull’archivio in cloud che utilizziamo.

Backup esterni

Esiste anche una terza soluzione, che consiste nell’utilizzare soluzioni di backup indipendenti dal sito, al limite integrabili mediante interfacce all’interno del backend, che vadano ad effettuare l’operazione di backup in modo completamente staccato dalle attività editoriali del nostro portale. Le soluzioni di backup di Critical Case, ad esempio, permettono di effettuare un salvataggio sicuro dei dati del cliente, questa volta a prescindere dalla soluzione che si sta utilizzando. Esse permettono di mantenere una copia dei dati sempre al sicuro, con il vantaggio di poter disporre di un servizio professionale dedicato solo a questo.

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CASE HISTORY: DISASTER RECOVERY PER CHEFLINE.IT

CALCOLIAMO IL TCO: CLOUD VS INFRASTRUTTURA ON PREMISE

Disaster Recovery personalizzato su 2 data center e riprogettazione dell’infrastruttura Cloud per alti volumi di traffico utenti in contemporanea.

La case history di oggi è dedicata a Dynamica srl, agenzia che si occupa di siti e-commerce, e alla soluzione di Disaster Recovery realizzata dal nostro team per un suo cliente. Chefline.it è specializzata nella vendita di attrezzature per ristorazione online con prezzi estremamente competitivi. L’azienda collabora con partner commerciali e fornitori nazionali ai massimi livelli. Si occupa della fornitura di ristoranti, bar, pizzerie, hotel, gelaterie, macellerie e in generale la piccola, media e grande distribuzione alimentare italiana ed europea, con prodotti che rispondono perfettamente alle esigenze di ogni realtà ristorativa.

  • Le esigenze di business del nostro cliente
    Chefline.it aveva necessità di implementare una soluzione di Disaster Recovery per proteggere i dati aziendali e garantire la continuità di servizio.
  • La sfida
    L’agenzia Dynamica srl si è rivolta a Criticalcase in cerca di un partner tecnologico che garantisse a Chefline.it il massimo uptime attraverso la soluzione IT fornita.
  • La soluzione
    Criticalcase è riuscito a fornire una soluzione che rispettasse le esigenze di Chefline, offrendo un servizio di Disaster Recovery personalizzato su 2 data center che assicurasse la continuità di servizio con SLA prossimi al 100%.
 

Criticalcase ha svolto un’analisi delle esigenze del Cliente ed una consulenza preliminare per implementare la soluzione di Disaster Recovery ideale per chefline.it, con il fine ultimo di proteggere i dati aziendali e mantenere il sito sempre online, anche in casi di disservizio. Come primo step, l’Agenzia Dynamica ha effettuato la migrazione del sito e-commerce Chefline.it sulla nostra infrastruttura. In seguito, data la forte crescita del business e all’acquisto di spazi pubblicitari per campagne ad alto traffico, il Cliente ha sviluppato la necessità di modificare l’assetto dell’infrastruttura per adattarla ai nuovi volumi di traffico. Il nostro team ha operato una riprogettazione dell’architettura infrastrutturale per garantire la continuità del servizio anche con un numero elevato di utenti in contemporanea, in modo da supportare le campagne pubblicitarie ad alto traffico. Inoltre, i nostri esperti hanno fornito una consulenza su misura agli sviluppatori di Chefline sull’ottimizzazione del codice del sito e-commerce per ottenere le massime prestazioni web.

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DATA BREACH: 3 STORIE CHE TI FARANNO RABBRIVIDIRE

DATA BREACH: 3 STORIE CHE TI FARANNO RABBRIVIDIRE

Sicuramente avrai sentito parlare di Data Breach e hai già un’ idea di quale impatto possa avere su un business. Certo, le storie di cui si sente parlare fanno molto rumore perchè riguardano grandi multinazionali e cifre spaventose. Ad esempio, si stima che una violazione di dati possa costare in media oltre 3 milioni di dollari all’impresa che la subisce.

Ma l’importante è avere ben chiara in mente una cosa:  il 43% dei business fallisce dopo aver subito una perdita significativa dei dati aziendali.  E soprattutto, è un incidente che può colpire qualunque azienda, dalla multinazionale alla piccola-media impresa, nessuno escluso!

Per questo oggi vogliamo raccontarti qualche storia sul Data Breach e su come può avvenire.

1. Toy Story 2 – Un (quasi) disastro

Parlando di storie dell’orrore e Data Loss, lo sbaglio epico della Pixar con “Toy Story 2” è sicuramente in cima alla nostra lista. Durante la produzione, una stringa di codice vagante riuscì non si sa bene come ad eliminare ben il 90% del film. Tutti i backup di Toy Story 2 erano stati archiviati su nastro. Ma purtroppo la Pixar, non avendo testato regolarmente il sistema come avrebbe dovuto fare, non si accorse che i backup non funzionavano fino a quando non provò a ripristinare i dati. Sfortunatamente qualcosa era andato storto e i file erano stati persi a causa di un malfunzionamento dei backup. La scadenza per la consegna del film era vicinissima e l’impresa era rimasta con le versioni dei file vecchie di mesi: tutto il lavoro svolto era andato perduto.

Il caso volle che la Pixar ebbe fortuna. Un dipendente della compagnia che lavorava da casa aveva salvato delle copie giusto qualche settimana prima. In questo modo fu possibile eseguire il backup del film e ripristinare tutto in breve tempo. Un errore umano avrebbe potuto costare alla Pixar la sua credibilità ed un intero film, che arrivò ad incassare oltre 500 milioni di dollari e una nomina agli Oscar.

2. Neanche il governo fa eccezione

Le storie sulla perdita dei dati non sono per forza datate. Appena qualche anno fa (per l’esattezza nel 2014), quando il Cloud Computing e i sistemi di Disaster Recovery erano già ampiamente diffusi, il Dipartimento di Stato degli USA mostrò a tutto il mondo quanto le cose possano mettersi male senza un piano di Disaster Recovery.

Un aggiornamento della patch del software mandò in crash tutto il sistema di Stato che controllava passaporti e Visa, coinvolgendo oltre 200.000 viaggiatori in tutto il mondo. Non fu possibile verificare nessun passaporto e nessuna Visa mentre il sistema era down. Il Dipartimento di Stato aveva eseguito il backup dei dati, il sistema stesso, però, non era protetto contro incidenti del genere.

3. Una breve storia di fallimento: Ma.gnolia

Ricordi quando dicevamo che il 43% delle aziende è costretto a chiudere dopo una significativa perdita di dati? Ecco, questa storia parla di una di loro. Ma.gnolia era un sito di bookmark sharing che se la cavava abbastanza bene fino a inizi 2009. Gli utenti potevano salvare sia pubblicamente che privatamente i siti web più interessanti per loro e visitarli comodamente in seguito, senza bisogno di alcun salvataggio in locale. Questo significava che potevano accedere ai contenuti da qualsiasi device.

L’impresa subì una grave perdita di dati che compromise l’intero sistema di bookmarking e gli account di moltissimi utenti. Nonostante i numerosi e costosi tentativi di ripristinare i dati e salvare il business, nulla riuscì a risolvere la situazione già gravemente compromessa, e poco dopo Ma.gnolia dovette chiudere.

Meglio prevenire che curare!

Più i sistemi rimangono down, più pagherai i tuoi dipendenti per stare seduti e aspettare. E allo stesso tempo, guadagnerai meno. La perdita di dati non colpisce solo le grandi aziende, anzi. Può accadere a tutte le società in qualsiasi momento! Se tieni al futuro del tuo business e vuoi tutelarti contro questi incidenti con le adeguate misure di Backup & Disaster Recovery , noi possiamo aiutarti!

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NUOVO BACKUP NAS IN DATA CENTER: LA SOLUZIONE PIÙ SICURA PER PROTEGGERE I TUOI DATI

NUOVO BACKUP NAS IN DATA CENTER: LA SOLUZIONE PIÙ SICURA PER PROTEGGERE I TUOI DATI

Hai un NAS Qnap / Synology in azienda? Ora puoi tenere al sicuro i tuoi dati nei nostri data center!

La sicurezza dei dati aziendali è una priorità per qualsiasi azienda perchè proteggere i dati può salvare il tuo business, letteralmente. Pensa a tutti i file sui clienti contenuti nel database o nel CRM aziendale: cosa succederebbe se andassero persi? Le cause sono molteplici, potrebbe essere un malware, un incidente, un errore umano: perdere i dati può accadere in qualsiasi momento ed è più probabile di quanto tu creda. Ecco perchè è fondamentale mettere al sicuro i dati del tuo NAS e dovresti farlo al più presto. Arriva sul mercato la soluzione a tutti i tuoi problemi: il nuovo servizio di backup di NAS in Data Center. Vediamo insieme come funziona e quali sono i vantaggi del backup di NAS per il tuo business.

A chi è rivolto il servizio backup di NAS

Sei un System Integrator, una Web Agency o una Software House?
Il nuovo servizio backup di NAS QNAP/Synology è stato pensato proprio per te e per i tuoi clienti.
benefici per la tua impresa sono:
– Gestione semplificata del sistema di backup
– Fidelizzazione dei clienti
– Aumento dei guadagni
Ma non solo…vediamo tutti i vantaggi della nuova soluzione di backup.

Vantaggi del servizio backup di NAS in data center

  • Console di gestione centralizzata
    Il nuovo backup per Nas QNAP e Synology fornisce una console web per la gestione centralizzata del servizio. La piattaforma consente di eseguire rapidamente qualsiasi operazione di gestione come la pianificazione dei backup, la modifica dei parametri di un job di backup, l’attivazione di backup da remoto e molte altre funzioni. Inoltre, permette di tenere sotto controllo in qualsiasi momento tutti gli agenti, i backup, gli alert, gli esiti e le pianificazioni dei job e, grazie ad una specifica app per i sistemi operativi mobile iOS e Android, potrai farlo anche in mobilità.
  • Gestione autonoma delle risorse
    Il backup di NAS consente una gestione completamente autonoma delle risorse. Una volta acquistato lo spazio, potrai assegnarlo a tuo piacimento e distribuire le risorse a tua disposizione secondo le tue esigenze. Allo stesso modo, potrai eseguire un upgrade ogni qualvolta ne avrai bisogno senza incorrere in alcun tipo di problematica.
  • Semplice e veloce
    La soluzione di backup di NAS QNAP/Synology è la migliore sul mercato e garantisce la totale sicurezza dei dati aziendali. La configurazione del servizio è molto semplice ed intuitiva, e in pochi passaggi potrai cominciare subito ad effettuare il tuo backup.
  • Destinazione multipla
    I data possono essere copiati su molteplici destinazioni in modo da minimizzare l’esposizione al rischio.
  • Crittografia anti-attacchi
    Il servizio backup utilizza una crittografia specifica anti-attacchi che rende i file illeggibili e inattaccabili da possibili hacker. In questo modo la sicurezza dei dati contro gli attacchi informatici è massima.

Prenota subito la tua consulenza gratuita sulle  soluzioni di backup disponibili e approfitta della promozione disponibile per i primi 10 che richiedono il servizio!

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