CALCOLIAMO IL TCO: CLOUD VS INFRASTRUTTURA ON PREMISE
Quando si parla di servizi online, siano essi in cloud o mediante macchine virtualizzate, si sente spesso parlare del rapporto tra business continuity e data center. In questi termini, al di là di quanto la questione sia a volte posta in termini piuttosto astratti (o, peggio, del tutto incomprensibili ai non “addetti ai lavori”), è fondamentale chiarire la priorità assoluta che la tecnologia dei data center dovrebbe garantire.
Questo serve ad uno scopo ben preciso, che è quello di per poter determinare un livello di qualità ottimale del servizio erogato dall’azienda che, volta per volta, li gestisce, li possiede o decide eventualmente di acquistarli da terzi. Del resto se il risk management (ovvero: gestione del rischio) viene studiato approfonditamente anche nelle aule universitarie, ciò avviene proprio perché le aziende esprimono tale domanda in modo sempre più compatto, per quanto a volte abbiano bisogno della guida di un esperto per poter trovare la quadra.
Un data center, alla prova dei fatti, non è altro se non un centro elaborazione dati: il cuore dell’attività che effettuano i servizi di hosting di alto livello e di ogni genere. Esso in genere risiede proprio in enormi stanzoni che possono trovarsi nella sede principale dell’azienda o in località esterne, a volte addirittura sottoposti a sorveglianza da parte di personale specializzato. Il più delle volte tale struttura è organizzata in rack di server, ovvero degli “armadi” in cui le varie macchine vengono incassate, collegate tra loro e programmate/gestite dai sistemisti, figura di riferimento assoluta in questo ambito.
I singoli server collegati tra loro si possono inoltre controllare, in genere, sia direttamente (il che avviene nel caso di reset, riavvi o alcuni tipi di aggiornamenti) che mediante eventuali controllo da remoto, garantendo così il massimo della flessibilità all’operatore. Operatore che spesso è chiamato (a volte in orari del tutto imprevedibili) ad interventi complessi quanto necessariamente tempestivi. Ed è proprio qui che entra in gioco l’idea della business continuity (traducibile in italiano come “continuità operativa”) quale parametro imprescindibile da ottimizzare.
La business continuity, d’altro canto, si esplica nella capacità potenziata, e garantita a qualsiasi livello, di poter continuare ad erogare il servizio – anche in condizioni critiche o nella malaugurata ipotesi di danni, incidenti e così via. Al di là di quello che comporta ad un primo, ovvio, sguardo relativo alla sicurezza (leggasi: evitare di perdere i propri dati per sempre), la business continuity è fondamentale per mantenere un’immagine adeguata dell’azienda dall’esterno, evitando di ricevere critiche eccessiva da parte degli utenti insoddisfatti. Un mix di buon marketing e di garanzie tecniche, insomma, a cui nessuna realtà che opera nel web dovrebbe essere esclusa o, peggio ancora, sentirsi assurdamente esente.
Come già rimarcato in un nostro precedente articolo, del resto, la business continuity è un concetto più esteso del più familiare data recovery, perchè implica non solo la possibilità di erogare sempre e comunque il servizio, ma anche quello di poter recuperare i dati e di poter, in definitiva, disporre di adeguate procedure a livello strategico, operativo e tattico.
Una volta ribadita l’importanza della business continuity, in che modo un buon data center può fare in modo di garantirla? A livello ingegneristico ciò avviene in due modi diversi:
– da un lato equipaggiando l’infrastruttura con un adeguato livello di macchine elettriche in grado di garantire una tensione costante in caso di sbalzi o mancanza di corrente (quindi, ad esempio, gruppi di continuità),
– dall’altro mediante sistemi di backup che sia ridondanti ovvero presenti in multipla copia, eventualmente anche in cloud o su macchine virtualmente inaccessibili da eventuali intrusi o malware.
In questo discorso, poi, rientrano vari requisiti sull’efficientamento energetico, in modo tale da evitare sprechi e garantire, a livello di servizio, la massima efficienza e sicurezza per i clienti e per gli operatori del data center.